La giovane disabile scippata
Gara di solidarietà per Emma. «Grazie a tutti, ora posso ripartire»
Sono passati poco più di dieci giorni da quell'orribile sabato pomeriggio in cui lei, 26enne affetta da una malattia genetica rara e costretta su una sedia a rotelle, è stata scippata sul treno che la stava riportando da Bologna a Parma. Eppure nella voce serena, gioiosa, di Emma Manghi non pare esserci traccia di quel furto inqualificabile. «Non volevo restare chiusa nel dolore di questa storia», racconta la giovane che, a pochi giorni dallo scippo avvenuto sabato 4 gennaio verso le 19,30 quando il treno su cui viaggiava era nei pressi della stazione di Reggio Emilia, aveva lanciato una raccolta online per poter ricomprare il computer che le serve per lavorare e interagire con il mondo.
«Ci sono programmi speciali che servono ad ovviare le mie limitazioni fisiche», aveva raccontato alla «Gazzetta». La sua storia aveva commosso molte persone, e anche grazie all'articolo pubblicato sul giornale la sua raccolta fondi è stata un vero e proprio successo. Ieri Emma ha deciso di chiuderla, dopo aver raggiunto la somma necessaria per comprare un nuovo pc, i software che le servono per lavorare e comunicare con gli altri e per riparare lo schienale della sedia a rotelle, danneggiato durante lo scippo.
«In tre giorni ho raccolto un cifra considerevole. Il mio obiettivo era riuscire a raccogliere una somma che mi permettesse di comprare un pc nuovo, adatto alle mie esigenze, e a riparare la mia carrozzina. Non avevo alcuna intenzione di sfruttare questa vicenda per arricchirmi. Per questo, ho chiuso la raccolta fondi».
Tra donazioni singole e collette, i benefattori sono stati una novantina e alla fine il «regalo» fatto ad Emma ammonta a 4.200 euro. «Ognuno ha dato quello che ha potuto, sono state tante piccole gocce che insieme mi permettono di affrontare una spesa che, altrimenti, da sola non sarei stata in grado di affrontare». Quella cifra rappresenta il necessario per ripartire dopo la brutta esperienza sul treno. Ma a dir la verità Emma, studentessa di Giornalismo all'università di Parma, non si è mai fermata: lo scippo e la paura non le hanno mai tolto la fiducia nel prossimo. «Certo che sono tornata sul treno dopo lo scippo. Paura? No, non mi appartiene. Quando viaggiavo ho solo adottato qualche attenzione in più».
Durante tutta la telefonata, Emma non si stanca di ringraziare le persone che hanno donato e quelle che, con un messaggio o con una telefonata, le hanno voluto dimostrare la loro vicinanza. «Saranno state un centinaio». E tra coloro a cui va la sua gratitudine c'è l'Anmic, che l'ha sostenuta anche attraverso la promozione della sua raccolta fondi. Non una parola di rabbia nei confronti dello scippatore. «Ho sporto denuncia alla polizia. Ma più che sulle emozioni negative, in questi giorni mi sto portando a casa il sostegno di tutta una comunità. È una sensazione molto bella, che aiuta a non concentrarsi solo sui pensieri negativi, di rassegnazione o di ostilità verso l'autore del furto».
E che Emma sia una giovane determinata lo dimostra la sua biografia: impegnata con l'Anmic di cui è consigliera da tre anni, attiva nel mondo degli scout e al lavoro con diverse realtà del terzo settore, è stata anche ricevuta al Consiglio d'Europa a Strasburgo a parlare di disabilità. «Credo molto in tutto ciò che ha a che fare con la cittadinanza attiva, perché dobbiamo impegnarci tutti a favore di progetti che migliorino la realtà in cui viviamo».
Nemmeno il ladro che le ha rubato la borsa è riuscito a toglierle la fiducia negli altri. «Credo nella forza della solidarietà e la mia speranza è stata ripagata». Ora Emma può ricomprarsi un computer adatto ai suoi bisogni speciali e riparare la carrozzina. «Di quell'esperienza negativa mi resta ora solo la gioia che hanno saputo donarmi tante persone eccezionali».