Emergenze

Attivo anche a Parma il numero unico 112. Gli operatori: «Servono pazienza, velocità e umanità».

Il silenzio e la concentrazione avvolgono l'ambiente. L'unico rumore che si sente tra le pareti verde scuro di via Del Taglio, è il ticchettio delle dita sulla tastiera, così veloci da battere il tempo e quella voce sempre calma: «Emergenza, di cosa ha bisogno?».

Ed ecco, in pochi secondi - al massimo 90 - localizzata la chiamata, inserito l'indirizzo nel sistema, circoscritta l'emergenza. Dirottato il tutto al servizio di soccorso adeguato. E così è stato per tutta la mattina del «debutto» del numero unico 112 per Parma. Gli operatori, dietro al loro computer di ultima generazione, si danno il cambio tra un'emergenza e l'altra. «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) siamo partiti in sette, sei operatori e un responsabile di turno - spiega Simona Marinaci, referente di turno -. Eravamo tutti molto, molto emozionati». Consapevoli e «tranquilli», però, per quanto riguarda la parte pratica: tutti gli operatori, vincitori di un bando di concorso, hanno dovuto svolgere un corso di formazione specifico della durata di tre mesi. Questa fase di formazione è stata coordinata insieme ai «colleghi» della Lombardia, che hanno già attivo il servizio 112.

I turni degli operatori si dividono così: dalle 7 alle 14, dalle 14 alle 21 e dalle 21 alle 7. E i momenti più complessi «sono quelli della mattina, tra le 7 e le 9 - fa sapere Walter Rossi, il responsabile Cur 112 Parma -, ma anche a mezzogiorno e tra le 17 e le 19, orario di punta del traffico». Più tranquilla la situazione nel weekend, in cui «generalmente riceviamo meno chiamate».

Ieri mattina, tanti parmigiani hanno telefonato per capire come funzionasse il nuovo servizio. Ma sono state diverse anche le telefonate d'emergenza. Diversi i malori segnalati, uno anche in una scuola superiore della provincia. Ma anche qualche chiamata dirottata ai vigili del fuoco: «C'è una persona chiusa in casa che non risponde» e qualche «incidente domestico». I toni più disperati vengono tranquillizzati in pochi secondi: «Signora, aspetti insieme a me la chiamata dei soccorsi». E quando dall'altra parte della cornetta si percepisce la paura salire, basta una frase: «Si chiama Iris, come il fiore», dice l'operatore per riportare l'interlocutore al presente e allo stesso tempo farsi dare un'informazione necessaria per attivare i soccorsi. Freddezza - lucidità - e umanità si uniscono in quelle conversazioni brevissime ma fondamentali per la vita. «Un operatore deve essere veloce e concentrato per arrivare all'obiettivo in poco tempo: salvare e aiutare le persone - riflette Simona Marinaci -, ma deve avere anche tanta pazienza: bisogna infondere calma a chi sta vivendo un momento difficile». Finita la chiamata, però «non si può che pensare -confida l'operatrice -: poteva essere un mio familiare». A.Pin.