Intervista

«Povera gente», il nuovo album del parmigiano Francesco Camattini: «Canto i nostri tempi, orfani di umanità. Ma non sono pessimista»

Pierangelo Pettenati

Da quando le piattaforme musicali online sono diventate il principale strumento di diffusione e di ascolto è consuetudine far uscire le nuove pubblicazioni di venerdì. E questo venerdì uscirà anche «Povera gente», il nuovo album del cantautore parmigiano Francesco Camattini che raccoglie i due singoli usciti nei mesi scorsi e sette canzoni inedite.

Il titolo richiama tante cronache recenti ma è aperto a diverse interpretazioni.

«Nella mia intenzione l’album si doveva chiamare “Extradizione”, ma poi l’ho cambiato in “Povera gente” perché il disco è un percorso che esplora la nostra povertà, non tanto economica, anche se sta diventando anche tale, ma povertà culturale. Siamo orfani della pace, orfani dei giovani, orfani di umanità e allora esploro queste povertà che incidono anche sul nostro stare bene nell’oggi. Però con una speranza, perché è un disco denso ma non pessimista; ci sono delle armi contro questo impoverimento, che sono quelle della solidarietà, della pace, della gentilezza, delle relazioni, dell’intensificarsi nelle relazioni tra vicini. Armi che abbiamo un po’ abbandonato e che, magari, una bella canzone può aiutare a ritrovare».

In questo senso, la canzone può essere quindi un modo per recuperare quella semplicità nelle cose che sembra smarrita, a partire dall’ascolto della musica con un po’ di attenzione?

«Sì, l’arte deve aiutare a creare un clima di meditazione, ad aprire degli spazi, a capire che c’è ancora lo spazio per dire buongiorno a una persona. Sono cose semplici, ma ce le siamo scordate».

Anche la parte musicale, con gli strumenti classici che con leggerezza si legano a un delicato utilizzo dell’elettronica, va in questa direzione…

«È così, nel senso che sono stati utilizzati strumenti classici, a volte rielaborati anche grazie all’elettronica. In particolare penso a “A Silvia”, una riedizione della celebre poesia, un classico sia dal punto di vista musicale che dell’arrangiamento con il quale cerco di andare in un altro territorio, più emo tivo».

Sei un dirigente scolastico; essere a contatto con i giovani e con l’insegnamento è importante per la tua parte artistica?

«Sì, non posso non collocare il mio lavoro e quello delle docenti e dei docenti che lavorano con me, dentro il presente e dentro quello che fanno i ragazzi. Il disco è una lettura, un’interpretazione del nostro tempo».

«Povera gente» sarà disponibile su tutte le piattaforme online; è stato realizzato con gli arrangiamenti dei pianisti e compositori Alessandro Sgobbio e Roberta Baldizzone e di Leonardo Morini (che ha curato anche i cori), Alessandro Ricci (piano), Francesco Paganuzzi (percussioni), Andrea Coruzzi (fisarmonica), Glauco Zuppiroli (contrabbasso), Simone Conti (chitarra) e Marco Ignoti (clarinetto).

Pierangelo Pettenati