Parma Calcio

La svolta Cherubini: pieni poteri da Krause e fiuto per i giovani

Marco Bernardini

Il prototipo del dirigente moderno che conosce perfettamente il calcio italiano e sa anche valorizzare i giovani. E, in più, da lunedì, giorno del suo insediamento, assumerà un incarico, quello di amministratore delegato, con pieni poteri mai ricoperto da nessuno nei quasi cinque anni di gestione Krause.

La figura di Federico Cherubini, il quale si occuperà sia della parte economica-organizzativa che sportiva, risponde in pieno alla filosofia societaria del Parma che punta su talenti emergenti ma, allo stesso tempo, costituisce un radicale cambio di rotta o, per usare un termine più soft, un punto di svolta sotto la proprietà americana che lo corteggiava da diverso tempo. Già nella scorsa primavera (ma prima ancora nell'estate del 2020, quando i sette soci di Nuovo Inizio lo avevano individuato tra i possibili sostituti di Faggiano), infatti, il nome di Cherubini circolava con una certa insistenza dalle parti di Collecchio e fu sempre lui, nell'aprile 2021, a suggerire ai vertici del club il profilo dello spagnolo Javier Ribalta come nuovo Managing Director Sport.

Nel solco di Marotta

Il 54enne umbro è un uomo di campo e scrivania, cresciuto all'ombra e nel solco di un grande «maestro»: dopo gli esordi al Foligno da direttore generale, il primo a scommettere nelle sue capacità manageriali era stato Giuseppe Marotta che, assieme a Paratici, provò invano a portarlo alla Sampdoria e lo chiamò una seconda volta nel 2012 alla Juventus, dove iniziò una personale scalata: direttore sportivo dei prestiti, responsabile del settore giovanile, promotore dell'Under 23 (la seconda squadra che gioca in serie C), direttore dell'area tecnica e, infine, in seguito all'addio dello stesso Paratici, la promozione a direttore sportivo.

Progetto Next Gen

Il fiore all'occhiello tra le fila dei bianconeri la creazione della Juventus Next Gen, fondata nel 2018 e capace di lanciare prospetti interessanti come Fagioli, Miretti, Yildiz, Soulé, Dragusin e molti altri ancora. Proprio in questo periodo conobbe Fabio Pecchia, che nella stagione 2019-20 guidò l'Under 23 all'unico successo della sua breve storia, la Coppa Italia di serie C, mettendo in risalto la bontà e la lungimiranza del lavoro compiuto dal neo «plenipotenziario» gialloblù.

Duttilità

E se da un lato non ha mai rivestito un ruolo dai compiti così ampi, dall'altro Cherubini, al momento, è uno dei migliori dirigenti in circolazione perché ha saputo dimostrare duttilità e versatilità in più ambiti: non solo nelle scelte strettamente legate all'aspetto tecnico, ma anche in una visione strategica più completa a medio-lungo termine che passa attraverso l'attenzione ai bilanci, ai costi e alla valorizzazione dei vivai. Da lunedì comincerà la sua nuova avventura in crociato ma chissà che in queste settimane non abbia già dato delle indicazioni di mercato. E, con ogni probabilità, tra le mansioni da svolgere, rientrerà anche la questione dello stadio Tardini, che finora era stata gestita da Luca Martines.

La spiegazione dei Boys

L'ingaggio di Cherubini potrebbe anche essere una risposta indiretta allo striscione esposto domenica in curva Nord che criticava il silenzio della società. A tal proposito, è uscito un comunicato dei Boys per spiegare il significato della «lenzuolata». «Parlarsi a quattrocchi (con la società) rasenta l’utopia e abbiamo deciso che il nostro pensiero dovesse arrivargli, in un modo o nell’altro. Abbiamo avuto una serie di risultati negativi, il gioco e il clima allo stadio non sono gli stessi di inizio campionato. Tutto questo non può ricadere solo sulle spalle di mister e giocatori, crediamo che qualcuno debba fargli da “scudo”, metterci la faccia e prendere in mano la situazione. Siamo sicuri che l’obbiettivo della società sia in linea col nostro e che stia facendo tutto il necessario per raggiungere la salvezza ma crediamo che in questo momento più che mai qualcuno debba esporsi, far vedere che la società è presente e attiva. Se qualcuno ci legge, batta un colpo». E Krause ha subito agito.

Marco Bernardini