LUTTO
Bardi, addio a Maria Bobbi, l'ostessa che vide uccidere l'appuntato Milani
Bardi Se ne è andata l’ostessa di Ponte Raffi, che non ha mai smesso di accogliere.
Maria Bobbi, vedova Tambini, 89 anni, era nata a Castell’Arquato il 29 settembre 1935. Il padre era mugnaio. Nel dopoguerra, come tanti coetanei, era emigrata a Londra dove faceva la cameriera.
A una festa da ballo nel circolo degli italiani conobbe un giovane della Val Ceno, Domenico Tambini, che lavorava come aiuto cuoco in diversi ristoranti e poi era diventato chef al Topo Gigio di Gino Bosi, un noto locale vicino a Piccadilly Circus.
Maria e Domenico si sposano, nel 1962 nasce Giovanna. Il richiamo di casa è forte: nel 1966 tornano in Italia e si stabiliscono nella frazione di Ponte Raffi dove aprono un’osteria. Nel frattempo nascono Giuliana e Giorgio.
Bardi allora era molto abitata, le osterie prosperavano. Quella di Ponte Raffi era meta di cacciatori, fungaioli, emigrati e residenti. Un cliente abituale arrivava con la fisarmonica e si ballava. Maria imbandiva anche pranzi di nozze.
Il 1979 è un anno stampato nella memoria familiare. Il 19 novembre nell’osteria avvenne l’assassinio dell’appuntato Luciano Milani per opera di due rapinatori in fuga. «Non dimenticherò mai quel giorno – racconta Giorgio Tambini, titolare di una ditta di impianti elettrici a Bardi, che nel ‘79 aveva nove anni –. Il papà era fuori. Mia madre aveva accolto quelli che sembravano due ragazzi perbene. Le avevano detto di essere rimasti a piedi e lei aveva cercato di fargli dare un passaggio da un ambulante che era lì con noi. Poi è arrivato Milani. Ha chiesto loro i documenti, ma uno lo ha freddato. Io ero a pochi metri e sono fuggito. Mia mamma era come paralizzata».
Maria Bobbi ha sempre partecipato alla commemorazione annuale dell’appuntato. «La mamma aveva instaurato un bel rapporto con la moglie di Milani e la figlia che era molto piccola quando il padre fu ucciso. Le univa anche la provenienza dal piacentino, e spesso venivano a trovarci».
Agli inizi degli anni Novanta arriva l’ora della pensione. I coniugi rimangono ad abitare a Ponte Raffi. Non c’è più l’osteria, ma gli affezionati clienti e amici non si disperdono.
Nel 1994 Domenico, esperto fungaiolo, muore mentre è nei boschi. Rimane nella gente l’abitudine di bussare alla porta per fare due chiacchiere con la Maria che con la gentilezza di sempre offre una tazza di tè, vino o uno spuntino. Tanti hanno un ricordo grato di lei. Come Rina Fecci Anderton, di Preston, figlia di bardigiani emigrati dai Raffi all’Inghilterra: «Maria era un’amica gentile e generosa. Non eravamo parenti ma mi faceva sentire parte della famiglia. D’estate con i suoi figli andavo a nuotare al torrente Ceno e al ritorno lei ci offriva la merenda. Era una grande cuoca; abbiamo spesso condiviso il piacere dei suoi gustosi piatti. È stato un privilegio conoscerla e frequentarla per così tanti anni».Minata da numerose ischemie, Maria Bobbi ha passato gli ultimi anni assistita dalle amorevoli cure delle operatrici di Villa Mater Gratiae. «Mi hanno sempre detto che era una donna buona e cordiale, pronta a ringraziare. Me la voglio ricordare così: sempre con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta» conclude il figlio.
Martedì alle 10.30 il funerale nella chiesa parrocchiale di Bardi, domani alle 19 il rosario.
Laura Caffagnini