L'INTERVISTA

Campagna: «Sanità, al lavoro per ridurre le liste d'attesa»

Pierluigi Dallapina

La riduzione delle liste d'attesa e la difesa della sanità pubblica, la riforma dei Cau e la creazione di Case della comunità in grado di funzionare 24 ore su 24. E poi anche l'unificazione dell'Azienda Usl con l'Azienda ospedaliero universitaria. Questi sono i progetti sulla scrivania di Anselmo Campagna, neo direttore generale dell'ospedale Maggiore e commissario dell'Ausl, nominato nei giorni scorsi dalla Regione.

Quando prenderà servizio a Parma?

La data di decorrenza del mio mandato, che ha una durata di quattro anni, è sabato 1° febbraio. In pratica, il mio primo giorno di lavoro sarà lunedì 3, quando andrò in tutte e due le aziende.

Come pensa di affrontare il problema delle liste d'attesa?

Ha ragione il presidente della Regione, Michele de Pascale, quando dice che bisogna lavorare sull'appropriatezza delle prescrizioni. Pensare di abbattere le liste lavorando esclusivamente sull'aumento dell'offerta è un approccio che non tiene conto di tutte le dimensioni del fenomeno. L'aumento dell'offerta dovrà quindi essere coerente con il tema dell'appropriatezza.

Ma così non si rischia di disincentivare i medici dal prescrivere visite ed esami?

No, perché non si tratta di assumere né un atteggiamento punitivo, tendente a ridurre le prescrizioni, né una corsa verso un'offerta sempre in crescita. Si tratta di cogliere ciò che è necessario per i pazienti.

Come coinvolgere i medici in questo nuovo corso?

Ogni azienda deve lavorare affinché i propri prescrittori, siano medici o pediatri, possano avere un monitoraggio dei loro consumi rispetto ai fabbisogni. Credo che conoscere i fenomeni aiuti a intervenire e a correggere eventuali errori.

La sanità pubblica ha bisogno di più risorse da parte dello Stato?

La programmazione, a detta di tutte le Regioni, potrebbe essere migliorata in termini di finanziamento. L'incidenza del Fondo sanitario nazionale sul Pil ha un rallentamento.

I Cau sono da considerare un'esperienza fallita?

Sono un'esperienza da rivalutare. A Parma prenderò visione dei risultati dei vari Cau per valutare quali riconfermare come tali e quali invece riorientare secondo le linee regionali.

Le Case di comunità sembrano avere una partenza lenta. Come mai?

Dovranno diventare i veri driver di riferimento. A Parma c'è una situazione più confortante rispetto a tanti altri territori. I prossimi passi saranno legati alla continuità assistenziale, nel senso che, dove si deciderà di farlo, sarà garantita la presenza di un medico 24 ore su 24, sempre seguendo coerentemente la programmazione regionale.

Un altro tema riguarda la fusione delle due aziende sanitarie. Sono anni che è attesa. Quando diventerà realtà?

Il mio obiettivo è di creare le condizioni organizzative e giuridiche per arrivare all'unificazione.

Come arrestare la fuga dei medici dalla sanità pubblica?

Occorre lavorare sulla qualità e la quantità del lavoro. Sono aspetti molto importanti per convincere i giovani a restare a lavorare nel Sistema sanitario nazionale. Poi bisogna affrontare anche il tema di quelle specializzazioni che riscuotono meno successo sempre fra i giovani.

La sanità pubblica è a rischio sopravvivenza?

La nostra Regione crede nella sanità pubblica e ci crede in modo più coerente rispetto ad altri sistemi regionali che si presentano come più performanti. Siamo al lavoro per garantire le migliori cure ai pazienti residenti e non.

Pierluigi Dallapina