CONDANNA
La vendetta: «Sei figlia di un altro». E le versa addosso una pentola di acqua bollente
Tre figli: due maschi e una femmina. E nella sua arcaica - e granitica - convinzione sarebbe toccato alla donna occuparsi di lui. Ma nell'ultimo periodo un'idea si era fatta strada nella sua mente, ossia che il padre biologico di quella figlia fosse un altro. Comprensibile lo smarrimento, anche se si fosse trattato di una sua assurda convinzione, però il pensiero è diventato un'ossessione. E poi è scattata la vendetta: una pentola di acqua bollente versata sulla testa della figlia tanto da provocarle ustioni di primo e secondo grado. Accusato di lesioni pluriaggravate, anche per aver agito con crudeltà e premeditazione, l'uomo - 71enne, origini siciliane, agli arresti domiciliari - è stato condannato a 1 anno e 2 mesi con rito abbreviato, il che gli ha consentito di poter contare sullo sconto di un terzo. Il gup Sara Micucci gli ha anche imposto il divieto di avvicinamento alla figlia.
Aveva organizzato tutto, quella mattina di maggio dello scorso anno. La scusa? Una capatina in Posta per depositare dei soldi, accompagnato dalla figlia, in modo che lei potesse vigilare sui tassi di interesse. Così, era stato lui stesso ad andare a prendere la donna, 42enne, con la sua auto e a portarla a casa sua. A metà strada, poi, quando si erano fermati in un bar per fare colazione, aveva aggiunto un tassello diabolico al piano: «Non ho i soldi per pagare, perché li ho nascosti tutti così bene in un posto dove faccio fatica ad arrivare: devo piegarmi troppo e mi fanno male le gambe. Ma lì i ladri non li trovano. Puoi venire tu a prenderli?», le aveva detto.
Risposta scontata. Ovvio che lei lo aiutasse. Entrati in casa, un mini appartamento di una quarantina di metri, la figlia aveva visto subito la pentola sul fuoco con l'acqua che bolliva. Naturalmente si era stupita e preoccupata, ma lui l'aveva rassicurata: «Non mi sono dimenticato, volevo mettermi avanti per preparare il minestrone». E in quel momento lei non si era posta ulteriori domande, nonostante nella pentola ci fosse solo acqua. Così, si era chinata per cercare di recuperare la busta dei soldi sotto il lavello, perché era lì che le aveva detto di aver nascosto il tesoretto. Si era allungata a fatica e poi si era accorta di un portadocumenti. Desolatamente vuoto. però. L'aveva passato al padre e poi si era voltata di nuovo per cercare, ma in quell'istante aveva sentito dell'acqua scivolarle addosso.
Liquido bollente sul viso, sulle spalle, sul decolleté, sulle braccia fino a lambirle i piedi. Ma era riuscita a correre verso la porta urlando con tutto il fiato che aveva in gola. In tutto il condominio avevano sentito quelle grida di disperazione, a cominciare da un carabiniere che viveva nel palazzo. Mentre il padre, un'ora dopo, si era presentato in caserma per spiegare cosa l'aveva spinto a preparare l'agguato. Il suo movente folle. E spietato.
Georgia Azzali