La vicenda del sequestro da parte della Finanza
Bolidi da milioni di euro intestati a prestanome
La mamma non aveva la patente e aveva raggiunto l'età in cui le auto da corsa non sono propriamente una priorità. Eppure la signora, all'epoca ultraottantenne, era intestataria di diverse Ferrari e anche di una Lamborghini.
Emergono nuovi dettagli sulla vicenda che riguarda il 66enne Claudio Fontechiari, il commerciante di auto di Parma accusato dalla Guardia di Finanza di autoriciclaggio e di omessa dichiarazione. La vicenda nasce da una indagine delle Fiamme Gialle che hanno scoperto che il commerciante non avrebbe mai presentato le dichiarazioni dei redditi pur avendo, nel giro di oltre vent'anni, guadagnato somme enormi commerciando in auto di lusso anche grazie alla complicità di prestanome, come appunto la madre e altri persone. Le auto, intestate ad altri, venivano radiate e poi vendute in mezzo mondo senza che questo venisse comunicato all'erario anche grazie ad un accorto giro di denaro nascosto in conti esteri. Per questo i finanzieri hanno proceduto al sequestro - per oltre sette milioni - di numerose auto tra cui otto Ferrari - di cui almeno due rarissime - tre Lamborghini, oltre a 61 orologi di lusso - per un valore milionario - e denaro per oltre 600mila euro. Fontechiari secondo le ricostruzioni avrebbe sfruttato una serie di autosaloni, anche nel Reggiano, per piazzare le auto che, una volta radiate, venivano vendute senza formalità per essere poi rimmatricolate all'estero. E i guadagni «in nero»erano reinvestiti nel business.
A questo proposito però gli avvocati Maria La Nave e Antonio Zecca, che rappresentano Claudio Fontechiari rivelano che il loro assistito «si dice sorpreso di quanto accaduto e interessato a chiarire il tutto con tempestività con il doveroso supporto documentale».
I legali inoltre sottolineano come «dopo mesi di indagine all’insaputa del diretto interessato, vengono resi noti i contenuti non solo del provvedimento di sequestro preventivo ma addirittura dei verbali redatti, e di quanto rinvenuto»
Infine gli avvocati del commerciante precisano che «la detenzione da parte dell’indagato di autovetture non destinate alla circolazione, non significa necessariamente esserne il proprietario. Né lo stesso può essere considerato una sorta di evasore seriale considerata la quantità ingente di danaro già versata all’erario».
r.c.