STALKING
Quel vicino molesto che gira nudo in cortile e poi va all'attacco tirando colpi di bastone: condannato
Mesi indimenticabili. Non per l'emergenza Covid, come per tutti noi, ma per quel vicino che non potranno mai scordare, nonostante sia ormai emigrato altrove. Una famiglia che aveva sempre vissuto in tranquillità, godendosi lo spazio all'aperto della loro villetta, fino all'ottobre del 2019, quando un ospite è arrivato nella casa a fianco. E pensare che fino a quel momento c'erano sempre stati ottimi rapporti con la vicina, proprietaria dell'abitazione a lato. Ma da quel momento, e fino alla primavera del 2020, le giornate sono diventate un percorso ad ostacoli: insulti, acqua gettata sui cani, siepi tagliate e vasi buttati a terra e distrutti, senza considerare poi i giri di lui nudo nel cortile. E alla fine c'è scappata anche l'aggressione.
Una persona con disturbi psichiatrici, tanto è vero che gli è stato riconosciuto un parziale vizio di mente, ma ciò ha comportato solo, come previsto dalla legge, una diminuzione della pena. Accusato di stalking e lesioni, l'uomo - 68enne, parmigiano - è stato condannato a 1 anno e 3 mesi dal giudice Paola Artusi. Il pm Antonella Destefano aveva chiesto 5 mesi in più. La pena è stata sospesa. In attesa del risarcimento da stabilire in sede civile, il 68enne dovrà versare una provvisionale di 3.000 euro complessivi ai vicini che si erano costituiti parte civile assistiti dall'avvocato Carmelo Panico.
Una madre e due figli in lotta per sei mesi con uno sconosciuto che dall'oggi al domani ha mandato in frantumi il loro equilibrio. Aveva cominciato bagnando i cani: con la canna, visto che i giardini delle due case erano separati da una bassa rete di recinzione, spruzzava fiumi d'acqua dall'altra parte. «Io devo lavare, se non ti sta bene, chiudi i cani», aveva risposto alle prime rimostranze.
Solo l'inizio. Perché poi se l'era presa con i vasi di fiori, fatti cadere a terra e distrutti benché fossero ovviamente appesi dalla parte della recinzione della famiglia. Un'escalation. Fino alla fine di marzo del 2020, quando la madre l'aveva affrontato, dopo che si era messo a tagliare alcune piante distanti un metro dalla recinzione. «Non lo puoi fare», gli aveva urlato. E lui aveva cominciato a strattonarla. Ma quando il figlio e la figlia erano accorsi, aveva afferrato un bastone cominciando a colpirli: lui in testa, lei sulla schiena. Lesioni non gravi, fortunatamente. Eppure, ancora oggi, la paura è rimasta.
Georgia Azzali