PARMA CALCIO

Esonerato Pecchia, tocca a Chivu

Giuseppe Milano e Marco Bernardini

 

Era il 2 giugno del 2002 quando, fresco di promozione in serie A con la Cremonese, Fabio Pecchia diceva sì alle avance del presidente del Parma Kyle Krause. Due anni, otto mesi e quindici giorni dopo, 991 giorni in tutto, arriva il divorzio. Divorzio non consensuale ma un esonero vero e proprio dopo la tredicesima sconfitta in campionato, la quarta consecutiva. L'ultima è arrivata domenica scorsa con la Roma sotto gli occhi dello stesso presidente americano. Ed è stato come un fulmine a ciel sereno perché nessuno se lo aspettava in un momento come questo. Dopo le batoste con Lecce e Cagliari la società aveva infatti fatto quadrato attorno all'allenatore; a pochi minuti dal fischio d'inizio del match con la Roma aveva ribadito la fiducia a Pecchia lo stesso Ad crociato Federico Cherubini («Fabio ha un rapporto molto bello con i ragazzi quindi sono convinto che riuscirà a tirare fuori meglio anche in questa situazione»), poi l'improvviso cambio di rotta.

La decisione domenica sera
La decisione sarebbe maturata già nella serata di domenica. La dirigenza si attendeva una risposta diversa con la Roma, soprattutto perché si giocava in casa, ed avrebbe optato per il cambio per non compromettere la possibilità di fare risultato con il Bologna. Così ieri mattina, in un summit fra il presidente Krause, l'ad Cherubini e i loro più stretti collaboratori, è stata ratificata la decisione.

Attorno alle 12,30 la telefonata con cui è stato informato della decisione il diretto interessato, l'allenatore Fabio Pecchia. Il tecnico infatti oggi non era a Collecchio perché era stata già decisa una giornata di riposo per la squadra. La ripresa degli allenamenti in vista del match con il Bologna al Tardini resta fissato per oggi, l'orario sarà stabilito in base al nuovo allenatore che sarà ufficializzato sempre nella giornata di domani.

Dopo il colloquio con Pecchia sono cominciate subito a circolare le prime indiscrezioni, poi attorno alle 14 la certezza dell'esonero, anche se inizialmente la società non ha emesso alcun nota ufficiale.

Il comunicato ufficiale
Per il comunicato che avrebbe messo nero su bianco la decisione del club si è dovuto attendere le 21. «Il percorso del Parma calcio e di Fabio Pecchia si divide», questo le parole con cui esordiva la nota della società e che proseguiva con: «Dopo 110 partite in gialloblu, è doveroso evidenziare i traguardi raggiunti, culminati con la storica vittoria del campionato di Serie B 2023/24. Oltre due anni in cui l'allenatore Fabio Pecchia e il suo staff hanno lasciato un marchio indelebile nella storia dei Gialloblu, avendo raggiunto obiettivi sportivi corredati da valori umani e professionali. Parma Calcio augura le migliori fortune professionali a Fabio e al suo staff per il prosieguo delle loro carriere».

Al momento Pecchia resta comunque legato al Parma calcio da un contratto con scadenza a giugno del 2027.

991 giorni con Pecchia
Si chiude così dopo due stagioni e mezzo uno dei sodalizi più lunghi fra il club crociato ed un suo allenatore. Pecchia è stato infatti il sesto tecnico più longevo dagli anni '60 ad oggi. Meglio di lui hanno fatto solo Nevio Scala (322 presenze), Roberto D'Aversa (174), Giorgio Sereni (145), Roberto Donadoni (141) e Alberto Malesani (126). Pecchia arriva subito dopo questo gruppetto con 110 panchine ed un bilancio di 46 vittorie, 32 pareggi e 32 sconfitte (compresa quella ai calci di rigore con la Fiorentina in Coppa Italia).

991 giorni in tutto in cui ha impiegato 48 giocatori, regalando una media di gol realizzati a partita pari a 1,45 per 1,55 punti. A decidere il suo esonero è stato però il suo deficitario tabellino stagionale che ha visto il Parma vittorioso solo quattro volte (con Milan, Venezia, Lazio e Monza) a fronte di tredici sconfitte e otto pareggi. Trenta le reti fatte (1,2 a partita) e ben 45 quelle subite (1,8), troppe anche per una squadra che ha come unico obiettivo salvare la categoria.

Cambiare rotta con il Bologna
Da qui la decisione della società che temeva, con l'attuale situazione, di andare incontro ad una nuova sconfitta. Ora toccherà al suo successore fare l'impresa. E non solo con il Bologna.

Giuseppe Milano


Ora tocca a Chivu

Sarà Cristian Chivu a raccogliere la pesante eredità di Fabio Pecchia e cercare di condurre il Parma alla salvezza. Manca solo l'ufficialità che arriverà in queste ore ma la scelta è ricaduta sull'ex difensore rumeno, che nelle ultime tre stagioni ha allenato la Primavera dell'Inter e si appresta a vivere la prima esperienza alla guida di una prima squadra.

Chivu, che non ha un suo staff ma potrebbe essere affiancato nel ruolo di vice dall'ex centrocampista di Inter e Samp, Angelo Palumbo, è arrivato ieri sera in città, pronto a diventare il sesto tecnico della gestione Krause, per incontrare l'ad Federico Cherubini e tutti i dirigenti dell'area tecnica e definire i termini dell'accordo: probabile che possa sottoscrivere un contratto fino a giugno con rinnovo in caso di salvezza.

Dopo una buonissima carriera da calciatore anche a livello internazionale (75 presenze in Nazionale e nel 2010 faceva parte dell'Inter di Mourinho che vinse il Triplete), iniziò la seconda vita sportiva nel 2018 in sella alla formazione Under 14 nerazzurra per poi passare all'Under 17 e all'Under 18 (qui raggiunse la semifinale del campionato di categoria) sempre della Beneamata e dall'estate 2021, nei successivi tre anni, al timone dell'Under 19, valorizzando, tra gli altri, talenti del calibro di Casadei, Fabbian e Franco Carboni, assieme ai quali, al primo tentativo, si aggiudicò subito lo scudetto Primavera, il decimo nella storia dell'Inter, nella finale giocata il 31 maggio 2022 al Mapei Stadium contro la Roma, proprio il club che lo portò in Italia nel 2003 e ora, grazie al successo di domenica ai danni dei crociati, gli ha indirettamente spalancato le porte della serie A.

Persona di carattere, predilige il 4-3-3 (o, in alternativa, il 4-2-3-1) e, soprattutto, vuole che le sue squadre sviluppino i concetti di ampiezza, profondità, transizioni e partecipazione offensiva. La sua idea e visione di calcio piacevano all'Ajax, che lo aveva inseguito nella scorsa primavera, e l'Inter lo aveva messo nel mirino per affidargli la futura NextGen prima che arrivasse la proposta del Parma che, inevitabilmente, cambia i suoi piani e gli consente di bruciare le tappe.

Le altre piste
Quello di Chivu, un esordiente a questi livelli, è certamente un azzardo rischioso per chi deve mantenere la categoria ma, a dir la verità, non c'erano nemmeno grosse alternative all'orizzonte. L'obiettivo numero uno, Igor Tudor, sondato nei giorni scorsi, aveva declinato l'offerta preferendo rimanere in attesa della chiamata da parte di un top club europeo mentre le piste Pirlo, ancora sotto contratto alla Samp e legato a Cherubini fin dai tempi della Juve, e Cioffi, con i quali non ci sono mai stati reali contatti, non scaldavano più di tanto la dirigenza.

Nel calderone dei nomi, in una giornata molto convulsa e ricca di rumors, erano finiti anche Ballardini, avvistato nelle ultime due partite al Tardini, oltre a Gilardino e De Rossi che, però, non erano ipotesi percorribili per motivi regolamentari, avendo già allenato in serie A nell'attuale stagione.

Alla fine, l'ha spuntata Cristian Chivu che ritroverà i connazionali Man e Mihaila: chissà che non possano essere proprio loro gli uomini da cui ripartire nella corsa alla salvezza.

Marco Bernardini