Bardi
Pedone travolto a Molino Castelletto: non fu omicidio stradale
Bardi Fu uno scarto improvviso del pedone sulla carreggiata a provocare l'incidente. Fu lui, in sostanza, ad andare incontro al Mitsubishi Pajero che l'avrebbe travolto ferendolo a morte e non viceversa. Così, l'86enne di Varsi quel giorno al volante del fuoristrada è stato assolto dall'accusa di omicidio stradale che pendeva sul suo capo dal 24 marzo 2023, quando Gianfranco Bagatti, 75enne bardigiano, venne investito a Molino Castelletto, in comune di Bardi.
Era un primo pomeriggio soleggiato: traffico rado e perfetta visibilità lungo la provinciale del Ceno. A vederci meno bene degli altri, semmai, sarebbe stata la stessa vittima, com'è risultato dal racconto dei testimoni sfilati davanti al giudice Francesco Magnelli. Bagatti era affetto da retinopatia diabetica, patologia per la quale avrebbe dovuto farsi visitare cinque mesi prima, se si fosse presentato al Centro retina di Parma. Altri - che conoscevano la vittima - hanno riferito di essere abituati a sollevare il piede dall'acceleratore non appena la scorgevano, per le sue camminate a zigzag lungo la provinciale o per il timore di uno dei suoi attraversamenti improvvisi, quasi non si curasse dell'arrivo dei veicoli.
L'incidente avvenne verso le 14. Come testimoniato dai segni della frenata sull'asfalto - lunghi sette metri, come risulta dai rilievi effettuati dai carabinieri di Bardi -, l'anziano automobilista, in viaggio da Bardi verso Varsi, provò a evitare il pedone, inchiodando e poi sterzando con violenza a destra. Ma la manovra fu vana: Bagatti venne centrato dalla parte anteriore sinistra del Pajero, che nel frattempo si era girato su sé stesso al centro della carreggiata, e venne quindi sbalzato per una decina di metri verso il guardrail. Il suo cuore batteva ancora, all'arrivo del personale dell’ambulanza della Pubblica assistenza di Bardi e dell’automedica della Croce bianca di Varsi. Ma le condizioni del ferito apparvero subito disperate. Bagatti venne trasportato al Maggiore dall'Elisoccorso inviato dalla centrale operativa del 118. E all'ospedale di Parma spirò un paio d'ore dopo.
Nessuno aveva assistito all'incidente, ma un abitante di Molino Castelletto, che si trovava all'esterno della propria abitazione, una cinquantina di metri sopra il luogo della tragedia, ma con la visuale coperta da una siepe, raccontò di aver udito una frenata e un tonfo e di aver chiamato il 118 dopo essere accorso sul rettilineo nel quale era stato investito Bagatti. Lo stesso testimone riferì di aver visto poco prima passare il fuoristrada a velocità moderata per un tratto di provinciale dritto come quello: 60 all'ora al massimo, ben al di sotto del limite dei 90.
Elementi che poi sono stati ribaditi dalla perizia elaborata dall'ingegner Stefano Redaelli, consulente tecnico di parte dell'imputato difeso dall'avvocato Andrea Cantoni. Due sarebbero quindi state le cause della morte di Bagatti: la sua imprudenza e la sua imprevedibilità. Facendo propria la richiesta della stessa pm Elena Riccardi, il giudice ha assolto l'86enne perché il fatto non costituisce reato.
Roberto Longoni