Con il defibrillatore

Avvertita dall'app, volontaria salva un uomo in arresto cardiaco

Monica Tiezzi

Chiamatela, se volete, fortuna. O, come lo definisce la protagonista della storia, «un allineamento di pianeti». O ancora, come dice Antonio Pastori, coordinatore del 118 e del 112 della Regione, il frutto di un grande lavoro di squadra. Tutto questo ha contribuito giovedì notte a salvare la vita ad un parmigiano colpito da un grave infarto in casa.

L'allarme è arrivato al 118 poco dopo le 23,30 da un condominio che affaccia su strada Casa Bianca, zona est della città. Dall'altro capo della cornetta, la moglie dell'infartuato, che assieme al figlio poco più che ventenne ha trovato il marito riverso a terra nel bagno, incosciente.

Scatta l'allerta, partono ambulanza e automedica, ma nel frattempo l'operatore del 118 istruisce il ventenne sul massaggio cardiaco: operazione che il ragazzo sostiene da solo per oltre sette minuti.

Intanto è partita l'allerta anche su Dae RespondER, l'app (accessibile a chi è formato per l'uso dei defibrillatori) che mobilita le persone in grado di raggiungere nel modo più rapido il paziente in arresto cardiaco: si apre una finestra di Google map che indica il luogo dell'emergenza e contestualmente una mappa che indica il defibrillatore più vicino fra i 37 disponibili in luoghi aperti della città.

Alla chiamata, alle 23,40, risponde Virginia Di Vivo: che non solo abita in via Marzaroli (a poche centinaia di metri da strada Casa Bianca), ma di professione fa, da quattro anni e mezzo, (dopo la laurea in Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare) formazione di primo soccorso: insegna manovre salvavita e come usare un defibrillatore. «L'allerta su cellulare suona almeno due volte al mese e nell'ultimo anno e mezzo mi è capitato di intervenire quattro volte. In un caso usando il defibrillatore», dice.

Virginia non ci pensa due volte. Anche perché, se riceve la notifica che l'ambulanza arriverà fra pochi minuti, arriva anche una telefonata dal 118: «Se sei già in cammino porta il defibrillatore, la situazione è grave», spiega l'operatore.

Anche i minuti che seguono sono un «allineamento di pianeti». Virginia corre a prelevare il defibrillatore in piazzale Lubiana (a 50 metri da casa), ma si rende conto che a piedi sprecherebbe minuti preziosi. Si ferma al Lubiana Lounge Bar, dove dietro il bancone c'è l'amico Paolo: «Prendi l'auto, accompagnami, c'è un'emergenza».

All'arrivo al civico segnalato, un attimo di panico: è un condominio di decine di appartamenti, si rischia di sprecare tempo prezioso a rintracciare quello giusto. Ma i pianeti benigni fanno di nuovo capolino. La moglie del paziente esce in strada, Virginia la riconosce: è la mamma di un ex compagno di scuola, conosce bene la casa e tutta la famiglia. Salgono di corsa le scale, in bagno c'è ancora il figlio ventenne che fa il massaggio cardiaco, riconosce l'amica del fratello maggiore in Virginia, che inizia subito a defibrillare.

«Sono stati momenti di grande emozione: conosco bene il papà del mio amico, la mamma mi ha persino dato lezioni di piano. Il fratello è stato bravissimo. Oltretutto eravamo in una posizione scomoda, in un bagno piccolo, stretti fra water e bidet» ricorda Virginia.

Arrivano anche gli operatori del 118. Uno di loro comincia a ventilare il paziente strisciando sotto le gambe di Virginia, che è a cavalcioni sull'infartuato. «Intanto io e il figlio ci siamo alternati in massaggio e defibrillazione: un soccorso da manuale con una persona che non aveva alcuna esperienza, guidata dall'operatore del 118» dice ancora Virginia.

Il segnale che il peggio era passato è arrivato con un mugugno del paziente, che tornava cosciente. Da quel momento è stata la volta di medico ed infermieri del 118, che hanno caricato l'uomo in ambulanza e l'hanno trasportato al Maggiore sotto gli occhi ancora increduli del figlio che continuava a ripetere: «È vivo, è vivo». Per la cronaca, l'uomo è ancora ricoverato, ma fuori pericolo.

«È stato un soccorso più coinvolgente del solito, perché conoscevo bene il paziente. Oggi sono ancora più convinta dell'importanza di formare persone in grado di salvare vite umane. E spero che questa vicenda invogli sempre più gente a frequentare i corsi», dice Virginia. Che in modo del tutto volontario, qualche mese fa, ha tenuto in un'abitazione privata un corso informale di defibrillazione per alcuni abitanti del quartiere Lubiana.

Ogni anno in Italia oltre 60mila persone sono vittime di arresto cardiaco. «U un intervento di primo soccorso rapido e corretto può abbassare del 30% il tasso di mortalità», ricorda Maurizio De Vitis, presidente dell'Assistenza Pubblica di Parma, che gestisce 37 defibrillatori in città. «A breve - spiega De Vitis - prenderemo in gestione anche i 48 defibrillatori che il Comune ha distribuito fra scuole e associazioni».

«È stato un “allineamento” non casuale, frutto di un lavoro di lunga data di programmazione ed esecuzione - commenta la vicenda Pastori - La fortuna serve sempre, ma in questo caso, come in quello della bambina che ha rianimato la nonna, serve una rete che funziona, una centrale che risponde in modo puntuale, professionisti con esperienza e persone formate e disponibili. Oltre ad un clima di fiducia e collaborazione».

Monica Tiezzi