Educazione

«Mabasta», un ex studente contro il bullismo

Pietro Amendola

«Come possono esistere dei ragazzi che riescono a far del male ai propri coetanei, a tal punto da farli suicidare?». Mirko Cazzato, ex studente salentino di 23 anni, sta inseguendo la risposta a questa domanda dal 2016, anno in cui insieme ai suoi compagni di classe dell’istituto Costa di Lecce fondò il movimento contro il bullismo «Mabasta».

Un’idea nata in seguito ad un confronto con il professore Daniele Manni, che mostrò ai suoi studenti la propria rabbia per un episodio di cronaca avvenuto a Pordenone.

Mirko ha portato la sua esperienza e il suo movimento a Parma, alla Club house rugby di via Lago Verde, in un incontro organizzato dall’associazione Parma Palatina. Presente anche il presidente del consiglio comunale Michele Alinovi, mentre i saluti iniziali sono stati affidati all’assessore Beatrice Aimi e alla consigliera Federica Carpi. «È un tema che sta a cuore all’amministrazione. Mi fa piacere -ha detto l’assessore- che sia affrontato da un ragazzo giovane. Ho visto il bullismo nella scuola come un argomento difficile da affrontare».

«Parma è attiva -ha aggiunto la consigliera Carpi- su questo fenomeno. Il progetto “Breaking the silence”, organizzato insieme al Rugby Parma da una psicologa sul bullismo e sulla parità di genere, è stato inserito nel dossier Capitale europea dei giovani». Il movimento «Mabasta», dopo il percorso in questi anni, può contare su un team di 60 ragazzi dai 14 ai 17 anni, di Lecce, che girano l’Italia, entrando nelle classi per parlare di bullismo. Nello scorso anno scolastico, il movimento ha raggiunto ben 1.310 classi, oltre 38mila studenti.

Numeri che confermano la diffusione di questa realtà, che dal 2018 ha inoltre costruito un vero e proprio modello contro il bullismo, formato da sei azioni, tra cui la «bully box», una cassetta da utilizzare per segnalare atti di violenza. «Io a livello caratteriale -ha raccontato Mirko- sono sempre stato un ragazzo molto attento agli altri. Mabasta a Parma? Dopo questo evento, il passo successivo sarà discutere e capire come entrare nelle classi locali».

«Quella di Mirko Cazzato - ha aggiunto Claudio Cavalli, presidente di Parma Palatina- è una cosa che ho voluto portare fortemente nell’associazione, essendo io inoltre pediatra. Nella nostra città si parla molto dei bulli, delle aggressioni, ma non si parla tanto di soluzioni per i giovani, nonostante l’amministrazione comunale abbia una buona tradizione e un apparato dedicato a questo tipo di problemi».

Pietro Amendola