Povertà

Tra la strada e la droga: quelle vite ai margini dei 241 «senzatutto»

Antonio Bertoncini

Ci sono i senzatetto, che non hanno un luogo in cui vivere, e i «senzatutto», coloro che hanno ben poche possibilità di pensare ad un progetto di vita fuori dalla strada. Gli uni e gli altri in città risultano essere 241 (uno ogni 800 abitanti), di cui 65 italiani: 78 di loro vivono in strutture temporanee e 28 sono dediti all’uso di sostanze stupefacenti. Questa fotografia, che risulta da un censimento promosso dal Comune nel mese di gennaio, è stata resa nota nel corso di una commissione consiliare alla quale sono intervenuti i rappresentanti di 9 associazioni e dell’Unità di Strada dell’Ausl, impegnate nel sostegno di queste persone, invisibili per tanti, addirittura presenze negative per chi li osserva come «biglietti da visita poco commendevoli per il decoro della città».

Il presidente della commissione, Marco Boschini, ha ricordato la tragedia di Miloud, morto in gennaio a pochi passi dalla sua baracca. «Stiamo parlando di persone – ha affermato Boschini – che hanno bisogno di fiducia, di un progetto di vita a fronte di fallimenti e delusioni. Chi dorme in strada non può essere etichettato come un tossico, un balordo, un intralcio allo sviluppo. Nella città di Tommasini possiamo coltivare il sogno che nessuno più dorma per strada».

L’assessore al Welfare, Ettore Brianti, ha illustrato i progetti del Comune, legati a doppio filo alla preziosa azione delle associazioni e dell’Unità di strada. Ha elencato i posti letto in costruzione alla stazione di posta temporanea del Cornocchio, gli interventi per far fronte «alle disequità alimentari, educative e sanitarie», le abitazioni temporanee del progetto Housing First, il poliambulatorio in allestimento in via Cecchi che prevederà anche un ambulatorio per l’odontoiatria e la distribuzione di farmaci, oltr alla disponibilità di case per chi è in grado di reggere un progetto di vita abitativo.

Sul Ponte Nord ha parlato di «situazione complessa», che non può perdurare. «Agiremo in questi giorni – ha detto – con un progetto integrato che coinvolgerà tutto il sistema e darà una mano a chi è disponibile ad accettarla». Piena disponibilità è arrivata dalle associazioni impegnate nell’assistenza ai senzatetto.

Cecilia Scaffardi di Caritas ha illustrato il lavoro dell’associazione: dormitori, mense, docce, ambulatorio e accoglienza di emergenza. Andrea Galletti dell’Assistenza pubblica ha spiegato che il pulmino di Padre Lino porta cibo e vestiti in stazione e al Ponte Nord 4 volte a settimana. Nadia Buetto di Corte dei Miracoli ha spiegato come funziona l’apprezzato progetto pilota, che ha tolto 39 persone dalla strada in 4 anni. La Comunità di Sant’Egidio – lo ha detto Bruno Scaltriti – va in stazione il lunedì e organizza il pranzo di Natale, mentre il Servizio sulla Soglia, illustrato da Giulia Bandini, promuove accoglienza notturna per gli uomini, e l’Aurora Domus – ad annunciarlo Vito Verrascina – in 83 giorni ha reso disponibili 1.457 pernottamenti.

Sono poi intervenuti Gianfranco Colavolpe dei City Angels, Silvia D’Aloia della Ronda di Cuori (porta la colazione il sabato), Mariela di «Uniti in Cristo», che da 10 anni va in stazione il sabato sera con un pasto caldo, e Barbara Cantarelli dell’Unità di strada, che si occupa delle tossicodipendenze «per ridurre il danno». Infine hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa i consiglieri Arcidiacono, Campanini e Ottolini (unico presente della minoranza), e il presidente del consiglio Michele Alinovi, che ha sottolineato la necessità di offrire una risposta abitativa. Ma anche i «senzatutto» hanno il diritto di autodeterminare il loro futuro.

Antonio Bertoncini