Immigrazione
A Parma cresce il numero dei nuovi cittadini italiani: 1.467 naturalizzati nel 2024
«Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato». Questa è la formula che sempre più stranieri pronunciano davanti al sindaco, o a un suo delegato, come atto finale del lungo percorso per ottenere la cittadinanza italiana.
A Parma cresce il numero degli stranieri diventati cittadini italiani a tutti gli effetti. L'anno scorso le cittadinanze per naturalizzazione sono state 1.467, cioè 138 in più rispetto al 2023 (+9,4%). A queste, vanno aggiunti i 174 riconoscimenti della cittadinanza per discendenza da avi italiani. Nel '23 erano 9 in meno.
«La cittadinanza non è un semplice pezzo di carta. Non è qualcosa che può essere ridotto ad una semplice formalità», avverte Marco Bosi, assessore con delega ai Servizi demografici.
Cittadini per decreto
Un po' di numeri. Lo scorso anno il Comune ha «concesso» la cittadinanza a 1.181 stranieri, pari a 601 donne e 580 uomini, e da queste sono derivate 188 cittadinanze per i figli minori. Ad essi si aggiungono 98 neodiciottenni (nati e residenti in Italia) che hanno acquistato la cittadinanza per elezione. Nel 2023 invece è stata concessa la cittadinanza a 1.060 stranieri, di cui 555 donne e 505 uomini, e da queste sono derivate 159 cittadinanze per i figli minori. A loro vanno aggiunti 110 neomaggiorenni che hanno acquistato la cittadinanza per elezione.
Paesi di provenienza
Nord Africa ed Europa dell'est: queste le aree geografiche da cui proviene la maggior parte dei nuovi cittadini. Infatti, sia nel 2023 che nel 2024 circa l’85% di loro proveniva da Marocco, Tunisia, Albania e Moldavia. Nel restante 15% dei casi ci sono cittadini di oltre 30 Paesi. E qui la maggior parte dei nuovi italiani è originaria delle Filippine e del Senegal.
L’età dei nuovi italiani varia dai 20 ai 70 anni, con prevalenza di persone nella fascia d'età compresa tra i 35 e i 45 anni. Dato che la cittadinanza italiana si acquisisce dopo 10 anni di residenza sul suolo italiano (questo vale per chi proviene da Paesi extra Ue e in questo caso se ne occupano il Viminale e le prefetture), la maggior parte dei nuovi italiani che vive a Parma è arrivata quando aveva tra i 25 e i 35 anni, cioè all'inizio della vita lavorativa, quando si inizia a mettere le basi per un progetto di vita e anche per una famiglia.
La discendenza da avi
Si può diventare cittadini italiani anche per discendenza da avi italiani. In questo caso, nel 2024 sono 76 le persone che hanno richiesto la cittadinanza in Comune, mentre altre 98 persone l’hanno richiesta tramite il tribunale. Nel 2023, 88 persone l’hanno richiesta in Comune, mentre altre 77 l’hanno richiesta tramite il tribunale.
I richiedenti provengono ovviamente da Paesi di forte emigrazione da parte degli italiani dal 1850 ai primi 20 anni del 1900 e sia nel 2023 che nel 2024 la quasi totalità proviene equamente da Brasile e Argentina, mentre sono residuali i casi di cittadini statunitensi, australiani, peruviani e uruguayani.
«Essere italiani»
«La società cambia e sempre più persone si muovono alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita. In questo caso stiamo parlando di persone che hanno avuto la possibilità di lavorare e integrarsi nel nostro Paese, perché quello della cittadinanza non è un percorso banale», premette Bosi. Ma cosa significa diventare cittadini italiani?
«Non basta risiedere in Italia da 10 anni. Occorre dimostrare, anche se sono parametri di non facile misurazione, di voler far parte della nostra comunità. Penso che la cittadinanza non stia nel sangue, ma nei valori che una persona intende rappresentare. Ritengo più italiani i molti stranieri integrati, piuttosto che le persone divenute italiane in virtù di un avo, ma che alla fine non parlano nemmeno la nostra lingua».
Pierluigi Dallapina