CONDANNA

«Vuoi il telefonino? Dammi 200 euro o ti ammazzo»: il ricatto a un 16enne

Altre volte aveva incrociato lo sguardo di quel ragazzo di pochi anni più grande. Un volto conosciuto, ma nulla di più. Tanto era bastato, però, perché Luca (lo chiameremo così), 16 anni, non si allarmasse quando, il 5 febbraio scorso, in un locale della «Galleria» di via Emilia Est, gli si era avvicinato per chiedergli in prestito lo smartphone. «Devo fare una telefonata urgente», gli aveva detto. Solo un pretesto, in realtà. Perché poi, dopo essersi allontanato insieme a Luca, aveva cominciato a minacciarlo: «Vai a casa a prendere 200 euro e riavrai il telefono». Accusato di tentata estorsione, e tuttora in carcere, il ragazzo - 21enne, tunisino - è stato condannato a 10 mesi e 160 euro di multa con rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena. La giudice Paola Artusi, pur dichiarandosi disponibile, non ha potuto convertire il carcere nei domiciliari perché il ragazzo non ha nessuno su cui poter contare in Italia.

Quel giorno, poco dopo le sette di sera, il 21enne si era avvicinato al tavolo del locale in cui Luca era seduto con alcuni amici, poi, dopo aver ottenuto lo smartphone, gli aveva detto di seguirlo fuori. Con il telefono in mano, aveva camminato per un tratto piuttosto lungo, con Luca accanto a sé. In un primo momento il ragazzino, per quanto stupito, aveva pensato che il 21enne dovesse parlargli di qualcosa di importante o segreto. Ma i metri macinati, lontano dal gruppo di amici, cominciavano ad essere tanti, finché, in un angolo poco illuminato di via Adorni, aveva chiarito il suo intento: «Ti spacco la testa, ti ammazzo, portami 200 euro per il telefono». E poi uno schiaffone sul petto per fargli capire che non stava scherzando e che avrebbe dovuto sbrigarsi.

Il ragazzino non era riuscito nemmeno a balbettare qualcosa. Si era affrettato ad andare a casa, a poca distanza. Sapeva che avrebbe trovato la madre. E quando lei l'aveva visto entrare, aveva notato subito che Luca era terreo, Impaurito. Le aveva raccontato subito tutto, spiegando che il ragazzo - pizzetto e un giubbetto nero lucido indosso - stava aspettando i soldi in strada. E la madre era passata subito all'azione: aveva chiamato la polizia raccontando tutto in pochi istanti. Altrettanto in fretta era arrivata una pattuglia. All'appuntamento si erano presentati gli agenti. Mentre madre e figlio, scesi in strada dopo essere stati avvertiti dai poliziotti, avevano visto il ragazzo salire nella volante. Direzione Questura.

G.Az.