Compleanno

Tra musica e ricordi, Lina festeggia 104 anni di coraggio

Antonio Bertoncini

Le ferite della Grande Guerra erano ancora aperte e l’epidemia di Spagnola non era ancora del tutto alle spalle, da due mesi a Livorno era stato fondato il Pci, e la marcia su Roma sarebbe avvenuta un anno e mezzo dopo: era il 13 marzo 1921, quando Lina Pesci vide la luce a Medesano.

Quella data Lina la ricorda con orgoglio. Ha attraversato quasi tutto il Novecento e si è inoltrata nel ventunesimo secolo senza timori reverenziali. Proprio ieri ha spento idealmente 104 candeline, un traguardo quasi impossibile da raggiungere per i comuni mortali, ma che per lei non è affatto un approdo.

Certo un evento del genere merita una bella festa, e festa grande è stata a Eia, alla residenza S.Helia, gestita da Parma Assistenza, dove Lina vive da un paio d’anni. Fino al 2023 ha vissuto da sola, in perfetta autonomia, poi l’avanzare degli anni l’ha indotta ad accettare una più tranquilla vita di comunità. Tuttora cammina con le sue gambe, vede senza occhiali (li usa solo per quel poco di lettura che riesce a fare), il bastone le serve per sicurezza, ed ha una invidiabile lucidità. Non nasconde l’emozione, non pone limiti al destino, ma i fiori, la grande crostata offerta dalla società che gestisce la struttura e la musica anni Sessanta-Settanta, proposta da Luciano Mazelli, le scaldano il cuore.

Lina è una persona pratica e semplice. Non ama scendere nei dettagli, ma non si sottrae alle domande se le si chiede chi è e cosa ha fatto negli ultimi cento anni: «Sono nata a Medesano – ricorda – ma durante la guerra vivevo a Noceto, dalle parti di Cella, dove arrivava l’eco dei voli aerei militari e delle bombe perché la Polveriera era considerata un obiettivo strategico. Nel frattempo mi ero sposata, ho avuto un figlio nel 1939, che purtroppo è venuto a mancare nel 2015. Dal 1949 ci siamo trasferiti a Parma, dove ho lavorato prima nella fabbrica dei panettoni, poi ho fatto la cuoca al ristorante Gallo d’Oro, e per 25 anni ho fatto lo stesso mestiere come dipendente dell’Università».

Per un compleanno così importante non potevano mancare gli auguri del Comune, rappresentato dal presidente del consiglio Michele Alinovi, che già era presente per i 103 e conta di tornare per i 105. A fare festa non potevano mancare anche le nipoti Roberta e Simona, molto affezionate alla nonna e i pronipoti di quattro generazioni, come si conviene per un’ultracentenaria. Poi, in un bel pomeriggio di sole di tardo inverno, foto di rito e la «grande abbuffata» insieme agli ospiti della struttura.

Antonio Bertoncini