serie A 29a giornata
All'Inter la sfida scudetto, +3 dal Napoli: 2-0 a Bergamo all'Atalanta. Scoppola Juve, la Fiorentina gliene fa tre - Risultati e classifica
L’Inter vince 2-0 lo scontro diretto contro l'Atalanta e tenta la fuga in vetta alla classifica della Serie A, sfruttando anche il pareggio del Napoli contro il Venezia: decisive le reti messe a segno nel secondo tempo da Carlos Augusto e da Lautaro Martinez. Quella di Bergamo è stata una gara dai ritmi intensi, elevati sin dai primi minuti. Gian Piero Gasperini ha scelto il trequartista, con Pasalic alle spalle di Lookman e Retegui (De Ketelaere è partito dalla panchina). Inzaghi ha scelto invece il solito 3-5-2, marchio di fabbrica della sua gestione: Calhanoglu in cabina di regia, con Lautaro e Thuram come coppia d’attacco. Il francese ha creato subito problemi ai padroni di casa colpendo un palo interno dopo appena sette minuti di gioco. I bergamaschi hanno sofferto il possesso avversario, la prima risposta è arrivata al 18' quando Pasalic, su invenzione di De Roon, ha spaventato Sommer. Qualche minuto più tardi, al 22', Ederson ha tentato la conclusione dalla distanza, il brasiliano però non ha trovato lo specchio della porta. Nella ripresa il gioco è stato interrotto per sei minuti circa a causa di un malore di uno spettatore del settore ospiti. Dagli sviluppi del calcio d’angolo successivo alla ripresa del gioco è arrivato il gol di testa di Carlos Augusto, su assist di Calhanoglu. L’Atalanta ha fatto fatica a costruire gioco - al 36' è arrivato il rosso a Ederson per doppia ammonizione, entrambe per proteste -, l’Inter ha sfruttato il momento no dei bergamaschi e al 42' Lautaro Martinez in contropiede ha segnato la rete del 2-0 (espulso anche Gasperini per proteste). Da quel momento in poi i nerazzurri hanno dominato il gioco, in pieno recupero (11 i minuti totali) è stato espulso anche Bastoni. Inter in vetta, a più tre sul Napoli e a più sei sull'Atalanta.
Una Roma brutta e stanca vince contro il Cagliari, tiene acceso il sogno Champions, ma perde Paulo Dybala. La partita dell’argentino dura 13 minuti e negli occhi dei 60mila dell’Olimpico ci sono le lacrime dell’argentino in panchina per il problema al bicipite femorale sinistro che tiene Trigoria col fiato sospeso. Intanto a Ranieri basta una rete di Dovbyk nella ripresa per proseguire la marcia europea dopo l'eliminazione di giovedì in Europa League, per un 1-0 che che al triplice fischio porta anche la firma di Svilar, miracoloso in almeno tre circostanze.
Ma la sfortuna si accanisce sui giallorossi che non terminano la gara in dieci solo perché Rensch decide di non uscire nonostante l’infortunio visti i cambi già finiti per il tecnico romanista. La difesa comunque regge e così i giallorossi approfittano dello scivolone della Lazio per avvicinare ancora i biancocelesti e proseguire la corsa all’Europa che conta. Nel primo tempo, però, il ritmo è basso e di occasioni vere e proprie se ne contano una per parte. Se per i giallorossi ci provano con Dovbyk in torsione di testa su assist di Soulé, per il Cagliari l’occasione migliore è sui piedi di Zortea che in area di rigore calcia alto con il destro non inquadrando la porta. Il canovaccio della partita, poi, è sempre lo stesso con la squadra di Ranieri che gestisce il pallone senza trovare spazi e i rossoblù che in contropiede non trovano quasi mai lo spazio giusto per attaccare. Ci prova una volta Piccoli con un tiro da fuori, ma esce centrale e comodo per Svilar. Poi più nulla fino all’intervallo quando sia Ranieri sia Nicola non cambiano subito gli undici in campo.
Il tecnico giallorosso aspetta l’ora di gioco, ovvero quando i giallorossi trovano il vantaggio grazie al decimo gol in Serie A di Dovbyk, che prima si divora un gol su lancio di Baldanzi, poi al minuto 17 sul conseguente calcio d’angolo difeso male dal Cagliari trova la girata vincente sottoporta. La Roma inserisce lo stesso Dybala, oltre a El Shaarawy e Cristante. Ma la gara dell’argentino dura appena 13' minuti, perché il 21 giallorosso si fa male da solo cercando una giocata col tacco. Finisce a terra lamentando un problema al muscolo della gamba sinistra che porta Ranieri a cambiarlo. Esce in lacrime e nelle prossime ore ci saranno gli accertamenti che sveleranno l’entità del problema, nel frattempo la Roma mantiene il vantaggio e gran parte del merito è di Svilar, due volte miracoloso su Piccoli e poi su Mina. Nel finale l’assalto della squadra di Nicola è confusionario e al triplice fischio il boato è giallorosso perché a nove partite dalla fine della stagione il sogno europeo è ancora acceso.
Il Bologna fa festa e si regala un grande pomeriggio rifilando una strepitosa "manita" alla Lazio: 5-0 il risultato finale del match del Dall’Ara, senza diritto di replica. Gli uomini di Italiano salgono, almeno momentaneamente, al quarto posto, in attesa di Fiorentina-Juventus. I capitolini, scavalcati proprio dal Bologna, scendono al sesto posto. Il tecnico dei felsinei conferma l’undici che la scorsa settimana ha battuto il Verona, con l’unico cambio costituito dal rientro di Freuler dalla squalifica. Baroni, invece, deve fare a meno di Tavares, che si ferma nel riscaldamento: al suo posto Marusic. Avvio frizzante del Bologna con Castro, poi è la Lazio a provare a prendere l’iniziativa con gli spunti di Dia e Lazzari. Il risultato si sblocca al 16': cross di Miranda per l’inserimento di Odgaard, che elude la marcatura di Gila e insacca in spaccata. La Lazio prova a ricostruire la propria partita ma non riesce a trovare spazi per il tiro. Cosa che invece riesce a Orsolini, che con un tiro a giro diretto all’incrocio impegna Provedel. Il pomeriggio complicato si trasforma in incubo per la Lazio in avvio di ripresa. Al 48' Ndoye legge il movimento di Orsolini, completamente perso nella marcatura da Marusic, con il numero 7 che con lo scavetto batte Provedel. Si riparte ma Guendouzi si addormenta e dà il via al contropiede del Bologna con Ferguson, che dalla fascia mette in mezzo una palla arretrata su cui arriva Ndoye: 3-0. Dopo dieci minuti, Zaccagni, unica nota positiva in una partita da dimenticare per la Lazio, si mette in proprio e da fuori coglie il palo. Al 74' Pobega ruba palla a Gila e mette in mezzo per Castro, che vince il contrasto con Romagnoli e si iscrive al tabellino dei marcatori. C'è ancora spazio per il quinto gol: il Bologna fa accademia con tocchi di prima, Miranda firma il secondo assist di giornata servendo Fabbian, che di testa insacca. I rossoblù centrano la quarta vittoria consecutiva e ora sognano davvero la conferma in Champions League, mentre la Lazio, irriconoscibile e probabilmente anche affaticata dagli impegni europei, si ferma dopo sei risultati utili consecutivi.
In attesa del big match di questa sera tra Atalanta e Inter, il Napoli frena sul campo del Venezia, non riuscendo ad andare oltre lo 0-0. Al Penzo, la squadra di Conte sbatte contro un Venezia tosto e più vivo che mai, nonostante la classifica piuttosto compromessa: decisivo a più riprese Radu, autore di almeno quattro parate di alto livello. È stata una partita equilibrata e che tutte e due le formazioni avrebbero potuto vincere. Il primo tempo al Penzo regala divertimento ed emozioni, con numerose occasioni da gol per entrambe le squadre. Il Napoli parte forte e, dopo appena cinque minuti, sfiora il vantaggio con Raspadori, il cui tiro colpisce il palo interno a Radu battuto. L’attaccante azzurro ci riprova al 18' con una conclusione potente, ma deviata sopra la traversa ancora dal portiere romeno. Radu è assoluto protagonista e nega il gol a McTominay con due interventi straordinari su altrettanti colpi di testa pericolosi: nel recupero poi inchioda sulla linea di porta il tentativo di Lukaku. Il Venezia, però, non resta a guardare e risponde colpo su colpo alle offensive partenopee. La difesa del Napoli va più volte in apnea sotto la pressione dei padroni di casa. Al 13', Fila si libera di Rrahmani e calcia verso la porta, trovando la pronta risposta di Meret. Il Venezia è costantemente insidioso, ma manca di precisione sui tentativi targati Nicolussi Caviglia e Kike Perez. Sul finale i lagunari vanno a centimetri dal vantaggio, quando Ellertsson impegna Meret da dentro l’area di rigore: sulla respinta arriva Fila che calcia a botta sicura, ma trova il provvidenziale salvataggio di Rrahmani sulla linea di porta.
Nella ripresa i ritmi si abbassano, ma, rispetto al primo tempo, ora si gioca per lunghi tratti solo nella metacampo del Venezia. Al Napoli, però, manca la rifinitura finale. Per l’arrembaggio finale Conte opta addirittura per un quadruplo cambio: inserendo Oliveira, Jesus, Anguissa (al rientro dall’infortunio) e Okafor: tra gli altri, esce Rrahmani, sofferente all’adduttore della coscia sinistra. Un Venezia stanco, si mantiene comunque pericoloso in zona offensiva: al 82' sul tiro-cross di Zerbin, non arriva Gytkjaer di pochissimo per deviare in rete. Al 93' Simeone ha la chance per regalare i tre punti al Napoli, ma sottoporta spara alto il cross dalla sinistra di Okafor. Due minuti più tardi Meret para su Nicolussi Caviglia e salva almeno il pari. Per il Venezia arriva così un punto prezioso, il quarto consecutivo che smuove la classifica. Risultato amaro, invece, per il Napoli con una sola vittoria nelle ultime sei partite.
29^ GIORNATA
Genoa - Lecce 2-1
Monza - Parma 1-1
Udinese - Hellas Verona 0-1
Milan - Como 2-1
Torino - Empoli 1-0
Venezia - Napoli 0-0
Bologna - Lazio 5-0
Roma - Cagliari 1-0
Fiorentina - Juventus 3-0
Atalanta - Inter 0-2
Classifica
Inter 64
Napoli 61
Atalanta 58
Juventus 52
Lazio 51
Bologna 50
Roma 49
Fiorentina 48
Milan 47
Udinese 40
Torino 38
Genoa 35
Como 29
Verona 29
Cagliari 26
Parma 25
Lecce 25
Empoli 22
Venezia 20
Monza 15