CANNETOLO

Una marea di rifiuti (anche pericolosi) nel cortile della ditta: condannato a 3 anni

Georgia Azzali

Fontanellato Rifiuti che si accumulavano, eppure non sembrava essersi mai posto il problema. Nessun viaggio verso strutture di smaltimento autorizzato, perché lui aveva organizzato un sistema fai da te: accatastare tutte le merci di scarto, anche quelle pericolose, dopo averle bruciate, in una zona del cortile della sua piccola azienda. Un'area di 50 metri quadrati a Cannetolo, finita sotto sequestro nell'ottobre del 2021, su cui i carabinieri avevano ritrovato oggetti di ogni genere: dai filtri d'olio delle auto alle scarpe, per un totale di alcuni metri cubi di materiale incenerito. Denunciato per smaltimento illecito di rifiuto e combustione, nei giorni scorsi l'uomo - 44enne, origini camerunensi, titolare di una piccola ditta di facchinaggio - è stato condannato a 3 anni dalla giudice Francesca Anghileri. Una pena il linea con la richiesta del pm Massimo Porta che aveva «aggiunto» 2 mesi in più.

Già nel dicembre del 2020 il Comune di Fontanellato aveva emesso un'ordinanza per bloccare l'attività di facchinaggio e dieci mesi dopo era scattato il sequestro: i carabinieri, accompagnati da tecnici dell'Arpae, erano entrati nell'area mettendo poi i sigilli. Era bastato oltrepassare il cancello della ditta, per vedere che nello spiazzo del cortile campeggiava una montagna di cenere. Residui di cui però non era difficile capire l'origine. C'erano rifiuti speciali pericolosi come filtri d'olio per auto, vernici, diluenti e televisori con tubo catodico. Ma non mancavano anche merci non pericolose che comunque avrebbero dovuto essere smaltite rispettando le norme: bancali in legno, pezzi d'auto in plastica e metallo, mobili, imballaggi, pentole, cartoni e contenitori in vetro. Anche nel canale di scolo dietro l'immobile erano stati gettati vari rifiuti, oltre a oli per uso meccanico.

Di tutto un po'. Compresi cumuli di materassi e alcune decine di vecchi letti d'ospedale. Come se non bastasse, il cortile era diventato anche un cimitero per macchine, furgoni e autocarri: una quarantina di mezzi, senza alcuna protezione, erano infatti parcheggiati attorno alla sede della ditta.

Tutto era stato «sigillato»: l'interno della struttura dove, oltre a materiale vario, probabilmente destinato alla vendita o all'esportazione, erano stati scoperti rifiuti sparsi un po' ovunque, e l'area del cortile invasa dai resti di merce bruciata e dai veicoli parcheggiati.

Una discarica abusiva che difficilmente poteva passare inosservata. Cresciuta mese dopo mese.

Georgia Azzali