Cinema
Valerio Mastandrea ieri all'Astra: «Nonostante tutto, vale sempre la pena di amare»
Sappiamo che dobbiamo morire e, nonostante ciò, viviamo. Sappiamo che l’amore finisce e, nonostante ciò, amiamo. Si potrebbe riassumere così il messaggio filosofico dietro al film diretto e interpretato da Valerio Mastandrea, intitolato, appunto, «Nonostante».
Nella serata di ieri, il regista è venuto al cinema Astra e ha dialogato con i giornalisti Filiberto Molossi e Benedetta Bragadini, prima dell’inizio della proiezione in anteprima di «Nonostante».
«Come mai il titolo “Nonostante”?» ha domandato Bragadini. «Il titolo deriva da un verso di un poeta che si chiama Angelo Maria Ripellino – ha risposto Mastandrea -. Lo aveva citato Paolo Nori in un tweet e quando mi sono imbattuto in quella poesia ho pensato che calzasse a pennello con la trama del mio film». «Quando sei con la troupe che tipo di regista sei?» ha chiesto Molossi. «Quando ho dovuto girare il mio primo film ero parecchio agitato perché passare dal mondo della recitazione a quello della direzione è totalmente un’altra cosa. Col tempo – ha spiegato Mastandrea – sono diventato più rilassato sul set».
Parlando della scelta del cast, Mastandrea ha affermato: «ho scelto un’attrice straniera – riferendosi a Dolores Fonzi – perché l’ho incontrata a un festival in Argentina e mi sono innamorato del suo modo di recitare, lei ha accettato ed è stata una scoperta meravigliosa».
Il film è ambientato all’interno di un ospedale. Il protagonista, interpretato dallo stesso Mastandrea, è un uomo che è appena stato ricoverato e che si trova in uno stato di coma. Tra le sale e i corridoi dell’ospedale, l’anima dell’uomo vaga senza essere vista dai medici e dagli infermieri. Le uniche interazioni che riesce ad avere sono quelle con le anime delle persone in coma come lui. La sua essenza fluttua tra le stanze, senza un vero contatto fisico, vivendo la solitudine come un gioco. Ma quando una nuova paziente, interpretata da Laura Morante, vittima di un incidente automobilistico, entra in coma e viene ricoverata nella stanza che lui aveva occupato, tutto cambia per l’uomo. Questa presenza sconosciuta lo costringe a riflettere sulla sua condizione e sulla solitudine che aveva sempre accettato senza domandarsi nulla. «Nonostante» è una storia di amore e di morte. Le vicende dei due protagonisti ci mettono di fronte a uno dei più grandi dilemmi della vita umana e della diversa risposta che ognuno di noi riesce a darne. Ma soprattutto, ci dice che anche quando non troviamo un senso vale sempre la pena di amare, «nonostante tutto».
Andrea Grassi