Terremoto in Myanmar
Il racconto di Olivia, parmigiana a Bangkok : «Una grande paura»
«Il terremoto lo abbiamo sentito, eccome. È stato molto intenso». La parmigiana Olivia Giovanelli, figlia di Massimo, ex capitano della nazionale italiana di rugby, si trova a Bangkok, in Thailandia, per motivi di studio. Erano le 13 circa di venerdì quando la studentessa di Economia e gestione aziendale, che era in compagnia di amici parmigiani arrivati a Bangkok per farle visita, ha avvertito le scosse.
«Abbiamo avuto paura - spiega -, anche perché eravamo tra il quinto e l'ottavo piano. Siamo scesi in giardino e ho subito chiamato la mia famiglia per rassicurare tutti che stavo bene». Il terremoto, che ha seminato morte (a Bangkok è, infatti, crollato un grattacielo in costruzione, ndr) e panico, continua Olivia, «ha anche mandato in tilt i trasporti, in una città che è già di per sé molto caotica».
Parma in campo per il Myanmar, la regione della Birmania sconvolta dal terremoto. «Aiutateci ad aiutare quelle popolazioni». Chi parla è Isotta cortesi, presidente del comitato di Parma dell'Unicef. «Unicef è già sul posto con più di centotrenta volontari - spiega - e nove punti di accesso in tutto il territorio. Sta già intervenendo concretamente. Ci sarà la possibilità di mandare medicinali, kit di soccorso e generi alimentari di prima necessità per tutti i bambini del Myanmar ma anche per il resto della popolazione. Donare a Unicef in questo momento significa, infatti, offrire un aiuto concreto. Ricordo che Unicef è in 294 Paesi del mondo con installazioni fisse e ciò rende molto efficace la sua attività. Ringrazio, a tale proposito, la Gazzetta di Parma e 12 Tv Parma per questa campagna che sarà utile e importante in questo momento così drammatico».
C'è bisogno di tutto, ricorda la presidente che sottolinea l'impegno di Unicef anche «nel 2008 quando sempre il Myanmar venne devastato dal ciclone Nargis».
«Oltre ai medicinali - elenca - è fondamentale anche l'invio di pastiglie per potabilizzare l'acqua. Era già, infatti, in atto un'emergenza sanitaria riguardo all'acqua potabile e con il terremoto la situazione è peggiorata. I bambini e tutta la popolazione sono altamente a rischio». Per donare l'Iban di Banca Intesa è IT53M0306912765000000017585 intestato a Comitato italiano per l'Unicef fondazione ets-Comitato provinciale Parma. Per ogni proposta, iniziativa di sostegno e richiesta di informazioni scrivere a a i.cortesi@unicef.it.
In queste ore è scesa in campo anche Albertina Soliani, presidente dell'Istituto Alcide Cervi e già presidente dell'Associazione parlamentare Amici della Birmania. «Sembra che Aung San Suu Kyi (attivista dissidente birmana, ndr) sia rimasta illesa nel carcere di Naypyidaw, danneggiato e colpito da incendi. Il regime dei militari - denuncia la Soliani - non assicura né informazioni, né aiuti, né protezione per il popolo, come è avvenuto in analoghe circostanze nel passato. Il Paese, già devastato dalla dittatura militare, dalle violenze, dalla mancanza di aiuti umanitari, privato di beni essenziali come cibo, medicine, elettricità, ha bisogno, con urgenza, della comunità internazionale. Si mobiliti l'Onu -è l'appello -, si mobiliti l'Unione Europea per fare arrivare immediatamente aiuti al popolo del Myanmar. Si apra in Myanmar un dialogo inclusivo per una transizione verso la democrazia secondo le attese del popolo. La comunità internazionale salvi il Myanmar, adesso. Chiediamo al Governo italiano di promuovere presso l'Unione Europea un piano strategico». Per donare https://www.amiciziaitaliabirmania.it/news/emergenza-terremoto-myanmar.
«Sono vicino al popolo del Myanmar-Birmania, insieme a quello della Thailandia, dopo il terribile terremoto che ha colpito quell’area - dichiara invece Sandro Campanini, capogruppo del Pd in consiglio comunale - . Una nuova tragedia colpisce i birmani, con migliaia di vittime, feriti e distruzioni, dopo anni di una feroce dittatura militare che opprime il Paese e tiene imprigionata la sua vera leader, Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace e cittadina onoraria di Parma. È fondamentale che la comunità internazionale agisca per supportare i birmani in questo momento così drammatico. Gli aiuti, che si auspica siano adeguati, non devono però essere conferiti al governo militare, che non li userebbe per alleviare le sofferenze della popolazione. I parmigiani possono tenere conto che a Parma opera, da anni, l’Associazione per l’amicizia Italia-Birmania Giuseppe Malpeli».
r.c.