LAVORI PUBBLICI
Teatro dei Dialetti, il Comune stanzia 2,3 milioni per finire l'«incompiuta»
Parte, anzi, riparte il cantiere del Teatro dei Dialetti o Teatro Guareschi, per chiamarlo con il nome ufficiale. Dopo quasi 15 anni di immobilismo e abbandono - tutto è fermo dal 2011 - tornano a riaccendersi i riflettori su questa incompiuta, grazie al via libera, da parte del Comune, al progetto esecutivo e allo stanziamento di 2,3 milioni di euro per completare il teatro e riuscire ad aprirlo finalmente al pubblico. Il cantiere dovrebbe ripartire da luglio, mentre i lavori dovrebbero terminare nell'arco di 14-15 mesi, cioè nell'autunno 2026.
Rivoluzione degli spazi
Il progetto dell'architetto Simona Melli prevede la costruzione di un nuovo padiglione per l’ingresso al teatro, pensato come foyer, biglietteria, guardaroba e bar, aperto sia al pubblico che ai frequentatori del parco Vero Pellegrini, grazie ai tavolini all'aperto.
Sulla copertura verranno installati dei pannelli fotovoltaici, mentre verrà rifatta l'area per il carico-scarico delle scenografie. Previsti anche: il consolidamento delle fondamenta, il rifacimento delle reti fognarie e dei sistemi di smaltimento delle acque, la sostituzione delle coperture, il miglioramento degli impianti di climatizzazione e illuminazione, il restauro delle pareti e del pavimento.
La sfida della gestione
«Con questo progetto il Comune va a recuperare una struttura che, siamo certi, diventerà una risorsa per la città e non sarà più il ritratto di un'opera abbandonata», afferma il sindaco Michele Guerra, che non nasconde il suo giudizio su questo edificio e sulla stagione politico amministrativa che lo ha pensato e, in parte, realizzato. «È una di quelle strutture presenti in città - sottolinea - che purtroppo sono figlie di un'epoca che ha costruito più del necessario e previsto uno sviluppo della città che si è poi rivelato sbagliato. Questa è un'opera fuori scala e sovradimensionata. Ma per riuscire ad aprirla non basta recuperare la struttura, che è stata modificata rispetto al progetto iniziale prevedendo spazi polifunzionali. È anche indispensabile pensare a nuove funzioni e, soprattutto, trovare qualcuno a cui affidare la gestione del teatro».
Il Teatro dei Dialetti, come dice il nome stesso, era stato pensato per accogliere le compagnie dialettali ma, vista la grandezza della struttura, l'amministrazione comunale ha calcolato che le diverse compagnie cittadine non hanno le risorse necessarie per pagare le bollette e la manutenzione. Da qui l'idea, che sta prendendo corpo in queste settimane, di coinvolgere una realtà, meglio se cittadina, in grado di gestire il teatro, lasciando «finestre» per consentirne l'uso alle associazioni culturali cittadine, a partire dalle compagnie dialettali. Il modello da seguire sarebbe quello già adottato dal Teatro Regio (dove quando finisce la lirica c'è spazio anche per la musica leggera) e dal Paganini congressi (dove musica e convegni riescono a garantire una redditività).
«Il Teatro Guareschi - conferma il sindaco - può rappresentare una valida aggiunta agli spazi congressuali già presenti a Parma».
«Quadrante culturale»
Lorenzo Lavagetto, vicesindaco con delega alla Cultura, guarda al teatro, ma non solo. «Grazie alle iniziative sociali, culturali e ricreative che hanno già interessato la zona, il quadrante urbano in cui è inserito il Teatro dei Dialetti, una volta completata questa struttura, saprà essere molto più interessante e attrattivo, rispetto alla prospettiva triste in cui è stato relegato negli ultimi 15 anni».
Il vicesindaco vuole infatti ricordare quello che è già stato fatto nel recente passato per rivitalizzare una zona insicura e mal frequentata. «Molto positiva l'esperienza di Avèrt, nel parco Pellegrini, un'iniziativa di rivitalizzazione dell'area verde partita da DaiLab e Stragù. Bene anche la rinnovata attività nel circolo dei dipendenti comunali».
I tempi dei lavori
Ci pensa Francesco De Vanna, assessore ai Lavori pubblici, a svelare la tabella di marcia. «Il cantiere dovrebbe iniziare a luglio per terminare nell'autunno del 2026. Siamo molto contenti di un progetto che si sviluppa all'insegna della sostenibilità e del rispetto del parco. Questo intervento è l'ennesima dimostrazione che il 2025 sarà l'anno in cui le opere incompiute vedranno una via d'uscita». Speriamo.