Parma Calcio
Verso la Juve: il gioco delle carte in attacco
L'abbondanza di uomini e la possibilità di variare lo spartito in corso d'opera. Sono queste le certezze in attacco di Cristian Chivu che, sistemata la fase difensiva, ora deve ragionare su come esaltare al massimo le qualità del reparto avanzato. A cui si richiedono i gol pesanti e un pizzico di cinismo in più per raggiungere la salvezza. Già ma da dove ripartire contro la Juve? Tudor ha abbandonato il 4-2-3-1 del predecessore Thiago Motta, sposando fin da subito il 3-4-2-1, lo stesso modulo proposto dall'allenatore del Parma nel secondo tempo della grande rimonta con l'Inter. E tutto lascia pensare che, anche in quest'occasione, ci possa essere un'intelligente disposizione «a specchio», rimodellando il 3-5-2 dello scorso weekend, con l'unica incognita che riguarda la scelta degli interpreti.
Bonny-Pellegrino, si può
Al Franchi c'è stata la prima volta insieme dall'inizio della coppia Bonny-Pellegrino, tanto invocata dalla piazza e che fino a domenica aveva trovato spazio solo nella ripresa per rimontare da situazioni di svantaggio. I due, che si integrano alla perfezione, si sono mossi bene, specialmente, nel primo tempo poi nella ripresa hanno ricevuto meno palloni giocabili, a causa, soprattutto, dell'abbassamento dei gialloblù. La duttilità del francese, che può partire qualche metro più indietro, e la fame dell'argentino, voglioso di punire anche l'altra squadra del capoluogo piemontese dopo la doppietta al Torino, costituiscono motivi sufficienti per ritenerli in pole rispetto alla concorrenza.
Le alternative
Quando, però, a Firenze le energie di Bonny e Pellegrino cominciavano a scarseggiare, Chivu, a meno di dieci minuti dalla fine, ha voluto trasmettere un messaggio chiaro ai suoi, inserendo al loro posto Man e Djuric senza stravolgere l'assetto né adottare un sistema di gioco più conservativo. Entrambi, per ragioni differenti (l'esterno rumeno non segna dal 1° dicembre e continua a deludere, il centravanti bosniaco paga il lungo stop e l'esplosione di Pellegrino), inseguono nelle gerarchie ma saranno tenuti in considerazione in caso di necessità.
E gli esterni?
Nonostante siano un po' penalizzati dalla rivoluzione tattica, dal mazzo di carte sbucano anche gli svedesi Ondrejka, impiegato sempre da subentrante, e Almqvist, al rientro dalla squalifica dopo i 45' disastrosi a tutta fascia al cospetto dell'Inter, e forse Cancellieri, ormai vicino al pieno recupero dal problema fisico che lo costringe ai box dalla trasferta di un mese fa a Monza e arma preziosissima perché può tranquillamente adattarsi al ruolo di seconda punta. La presenza dei tre esterni anche dalla panchina renderebbe più semplice l'eventuale conversione al 3-4-3 oppure ai «vecchi» 4-3-3 e 4-2-3-1 qualora si cercasse di allargare le maglie della difesa bianconera.
Dilemma Bernabé
Sei-sette giocatori, in base alla disponibilità di Cancellieri, in lizza per due o tre maglie ma molto dipenderà dalla posizione di Bernabé, che può essere utilizzato da mezzala e, allo stesso tempo, da trequartista al fianco di Bonny e a supporto di Pellegrino. Dubbi da sciogliere nei prossimi giorni dal «trasformista» Chivu che studia un Parma in versione camaleontica.
Marco Bernardini