Crociati protagonisti

La salita verticale di Leoni. E la conferma di Valeri

Sandro Piovani

«Un predestinato il primo, un buon giocatore che conosce bene la serie A il secondo»: così un (grande) esperto di calcio parlò, poco prima del loro arrivo a Parma, di Giovanni Leoni ed Emanuele Valeri. Beh, bisogna dire che c'aveva azzeccato in pieno. Per Giovanni Leoni, considerando l'età, numeri importanti e grande visibilità; per Emanuele Valeri una crescita costante in una stagione comunque da protagonista. Di Leoni ed anche di Valeri si parla già in chiave mercato. Il giovane difensore centrale sarebbe nel mirino della Juventus e delle milanesi oltre che di club spagnoli e inglesi (molti gli osservatori italiani e stranieri arrivati al Tardini per lui) e per Valeri si parla di Fiorentina e Roma. Bisogna ricordare comunque che Leoni è legato al Parma sino a giugno 2029 e, salvo un'offerta «monstre», difficilmente sarà messo sul mercato. Vabbé, solite indiscrezioni incontrollate e sparate verso la fine della stagione? Non resta che aspettare l'estate, poi si vedrà.

Piuttosto, una domanda è lecita: quanto il cambio di sistema di gioco ha favorito da una parte l'esplosione di Leoni e dall'altra la conferma di Valeri? Partiamo da Leoni: mercoledì ha iniziato come centrale difensivo di destra e poi si è spostato al centro dei tre: una prestazione importante, quasi perfetta. Cristian Chivu che, magari non sarà ancora un allenatore esperto di calcio ma sa bene come gira questo mondo, si è affrettato ad affermare che «qualche errore Giovanni lo ha fatto e gliene parleremo». Beh, sapeva che dopo essere stato premiato come miglior giocatore dell'incontro, avrebbe avuto anche i favori delle pagelle (Leoni è stato il migliore per tutti i giornalisti inviati al Tardini). E sapeva che nei giorni seguenti sarebbe stato protagonista di molti articoli e commenti. La sensazione comunque è che Leoni nella difesa a tre abbia trovato la sua collocazione migliore, non solo per la bella prestazione fornita mercoledì ma soprattutto per la sicurezza e la personalità che è riuscito a mettere in campo.

Stessa cosa si può dire per Emanuele Valeri, giocatore più esperto, conoscitore della serie A e della lotta per salvarsi. Caratteristiche da «quinto», attuale posizione in campo, era stato acquistato per fare il terzino sinistro in una difesa a quattro. Ruolo comunque che Valeri, probabilmente proprio grazie all'esperienza nella categoria, ha interpretato bene, almeno benino, grazie comunque ad una fase offensiva sempre molto importante. Nonostante il Parma, oltre a Valeri, in estate avesse puntato molto sugli esterni, mettendo a disposizione di Pecchia altri quattro esterni d'attacco con pochissima propensione difensiva. E quindi Valeri spesso era lasciato solo a presidiare la sua zona di competenza. Ora sembra che tutto vada meglio, grazie ai tre difensori centrali, alla posizione di Keita davanti alla difesa e all'attenzione degli esterni a tutto campo. «La strada è ancora lunga per parlare di salvezza. Abbiamo ancora cinque partite da giocare e ci sono molti punti a disposizione - ha spiegato ieri Valeri ai microfoni di Sky -. La vittoria con la Juve ci ha dato una bella spinta dopo i cinque pareggi. Ora servono altri punti per sistemare le cose e arrivare alla matematica». E parlando del cambio di tecnico, Valeri ha parlato di Chivu ricordando che «semplicemente trasmettendo alla squadra la sua cattiveria agonistica e la voglia di emrgere. Però non mancava nemmeno con Pecchia, forse mancava un po' di autostima». E sull'immediato futuro Valeri ha ricordato che «dobbiamo mantenere la testa alla prossima partita, è sempre la più importante. Contro le big sono gare che non hanno bisogno di essere preparate». E l'ultimo commento riguarda la Nazionale: «Un grande onore essere tra i preconvocati, poi si vedrà». E ora la Lazio: «Per me è la partita più emozionante dell'anno, nello stadio dove sono cresciuto».

Sandro Piovani