Palanzano
Michele Barbieri, il pastore che era amico di tutti
Palanzano Una notizia che ha scosso gli animi, la scomparsa improvvisa di un volto conosciuto e benvoluto di quella grande comunità che è la montagna, che oggi piange, stretta alla famiglia, una persona buona, attenta e disponibile.
Si sono svolti ieri mattina a Vaestano i funerali di Michele Barbieri, 52enne di Palanzano, che nella passione per la terra e l’amore per i suoi animali ha trascorso la sua, purtroppo breve, vita. Tra queste valli ha vissuto da sempre. I genitori, originari della frazione di Vaestano, si erano infatti trasferiti nel capoluogo nel 1970, quando il padre aveva avviato un’officina meccanica. A Palanzano era nato nel 1972 e qui ha sempre vissuto. Era sceso in città giusto gli anni degli studi superiori per poi tornare tra le sue montagne e avviare la propria attività agricola. La passione per l’allevamento l’ha ereditata dai nonni, che avevano una stalla con bovini da latte per la produzione del Parmigiano Reggiano. Lui invece aveva scelto gli ovini, aveva scelto di fare il pastore. Nel 2000 aveva incontrato Michela, originaria di Comano, e la loro passione comune per l’allevamento era diventata la loro vita insieme. Un’attività certo non facile, ma lo sguardo era sempre rivolto al futuro ed erano tanti i progetti in cantiere.
Barbieri aveva due figli: Luigi, che gli aveva regalato la gioia di diventare nonno, e Daniela, da poco diplomata in agraria. Proprio con la giovane, che già da tempo collaborava con i genitori, aveva tanti progetti per proseguire e migliorare l’attività, ora infranti dalla sua prematura scomparsa. Un dolore immenso per la famiglia, per la mamma Teresa e per le sorelle Paola e Laura, strette nell’abbraccio di un inaspettato e grande moto di affetto da parte di tante persone. «Sapevo che aveva tanti amici – racconta commossa la sorella Paola -. La sua tavola era sempre imbandita per accogliere tutti, ma in questi giorni siamo rimaste sorprese. Da ogni parte, anche da persone che non conoscevamo, abbiamo avuto manifestazioni di affetto ed amore che ci stanno aiutando ad attutire questo dolore, scoprendo di lui lati che non sapevamo. Amava i suoi campi, i suoi animali, dal suo gregge ai cani che lo accudivano. Era amico di tutti, giovani e meno. E tutti ci raccontano che era buono. Aiutava le persone ed era sempre disponibile. Spesso rimaneva indietro con i suoi lavori per aiutare altri. E il bene che ha fatto – conclude -, oggi sta tornando indietro a noi, con affetto e parole che ci confortano».
Maria Chiara Pezzani