OMICIDIO

Sant'Andrea, tre spari alla moglie nel sonno: giudizio immediato per Vascelli. E rischio ergastolo

Georgia Azzali

Tre colpi alla testa, nella notte, mentre la moglie dormiva accanto a lui. Aveva allungato il braccio sotto il letto, Giovanni Vascelli, per prendere la carabina calibro 22 posata sul pavimento e aveva sparato. Forse non aveva avvertito nemmeno un leggero movimento delle lenzuola: era morta all'istante, Marina Cavalieri, tra le 4 e le 5 del 22 ottobre 2024. E ora per Vascelli è scattato il giudizio immediato, così come richiesto dalla pm Cecilia Baravelli, dal momento che non sono passati più di sei mesi dall'ordinanza di custodia cautelare che lo aveva fatto finire in cella per omicidio volontario. Il difensore Francesco Mattioli aveva chiesto il rito abbreviato (che consente lo sconto di un terzo), ma la gip Sara Micucci l'ha dichiarato inammissibile. Tuttavia l'esito era scontato, perché a Vascelli è stata contestata un'unica aggravante che non può essere scalfita, ossia quella del coniugio. Aggravante che può portare all'ergastolo, e quindi per legge «incompatibile» con il rito abbreviato. Così, via al processo in Corte d'assise, che sarà presieduta da Maurizio Boselli.

Quella mattina d'ottobre, dopo il delitto, Vascelli era salito in macchina e aveva cominciato a macinare chilometri fino a Grosseto, mentre il corpo della moglie era stato scoperto da un parente arrivato nella casa di Sant'Andrea per dare cibo agli animali. Due giorni in fuga, in quei luoghi in cui era stato in vacanza con Marina, prima di essere fermato dai carabinieri. E confessare l'omicidio.

Trasferito in via Burla nelle settimane successive, Vascelli era stato interrogato più volte dal pm per tentare di chiarire lo scenario dell'omicidio. A partire dalla carabina, regolarmente denunciata, appoggiata sotto il letto. «Avevamo paura, perché avevamo subito un grosso furto, e anche Marina voleva che la tenessi lì», aveva riferito agli inquirenti. Una spiegazione che probabilmente è stata ritenuta attendibile, o comunque non è stato un elemento che potesse portare alla contestazione della premeditazione.

Più di trent'anni insieme, Marina Cavalieri e Giovanni Vascelli. Lei, 62 anni, infermiera in pensione, e lui, tre in più. lavorava ancora per una ditta di surgelati. Eppure, proprio in quella lunga vita uno accanto all'altra andrebbero cercate le ragioni di quella notte di violenza. E' la versione di Vascelli, naturalmente. Ha raccontato di un rapporto che andava sfibrandosi, dopo anni in cui la coppia si sarebbe sempre più chiusa in se stessa. La mancanza di figli, inoltre, sarebbe stata una sofferenza che poi avrebbe causato tensioni e conflittualità tra marito e moglie. Ma anche le condizioni degli anziani genitori di entrambi, che nel tempo avevano accudito, oltre a gravi problemi di salute del fratello di Vascelli, avrebbero progressivamente minato l'equilibrio della coppia. A tutto ciò si sarebbero aggiunte una serie di preoccupazioni economiche considerando anche che la ristrutturazione della casa di Sant'Andrea era stata un impegno gravoso.

Recriminazioni. Accuse. E contraccuse. Forse. Certo è che Vascelli ha sparato. Ha silenziato tutto uccidendo Marina.

Georgia Azzali