Sissa Trecasali

La Nautica di Torricella, dove il Po racconta le sue storie

Silvio Marvisi

Sissa Trecasali La darsena di Torricella è la seconda più grande del Po, in cui da ormai sessant’anni esiste la Nautica Torricella. Se il Grande fiume ha visto tante storie e tante vite diverse, anche la Nautica può dire la sua. Quando le prime imbarcazioni iniziavano a trovare riparo nella lanca, in cui ancora oggi si trova la Nautica, le Fiat 500 andavano di moda ma c’erano più biciclette che auto. Eppure tutto iniziò proprio da lì, da quella baracca in legno, poi costruita in muratura, da un gruppo di amici che si allargò diventando un ritrovo per famiglie.

La storia della Nautica racconta dei suoi presidenti come Giulio Pizzi e Felice Cazzoni che faceva il fornaio, Gianni Manici, Franco Maghenzani, Angelo Rebecchi, Angelo Pastori fino a oggi, con Paolo Bocchia. Ma ci sono anche nomi scolpiti nella storia locale: negli anni ‘70 c’era Mario Dilda che correva con 250 e 500 cc, Manici gareggiava invece con gli off-shore da 180 chilometri orari sul pelo dell’acqua, a Roberto Rizzoli, detto Macio, è invece dedicata la sala della sede. Rebecchi era piacentino di origine ma innamorato della Bassa tanto che ha donato il catamarano con cui oggi sono possibili le uscite con le scolaresche, fino a 10 persone o 4 carrozzine più gli accompagnatori.

Un tempo vi erano diversi settori come lo sci nautico, la motonautica, la canoa e la pesca ma il tempo, e il venir meno degli appassionati, ha costretto a conservare la sola motonautica. C’è però Avventura sul Po, un’associazione che si occupa del noleggio imbarcazioni per la pesca al siluro. Ogni settimana arrivano da Svizzera, Germania e Austria almeno una decina di pescatori che si mettono in caccia grazie alle sette barche.

«Il pesce siluro - afferma Angelo Pastori, ex presidente - ha ucciso tutte le razze autoctone come le savette, i cavedani, i barbi nostrani. Le anguille sono sparite forse a causa delle reti ma non si vedono più nemmeno le tinche. I cefali sono divenuti stanziali mentre un tempo risalivano dal mare. Ora si trovano storioni e carpe ma anche avole e il luccio perca, quest’ultime due sono arrivate con le piene dai laghetti di pesca sportiva. Bisogna ammettere che i pescatori sono sempre molto utili, segnalano ogni minimo cambiamento o particolarità, anche persone che di notte vanno a pescare con la rete come se fosse a strascico distruggendo la riproduzione ittica locale».

Oggi la Nautica di Torricella, pur essendo la più grande, non può ospitare gare di sci nautico e nemmeno allenamenti, il canottaggio non esiste più, offre supporto alla gara Pavia-Venezia tanto che il 2 giugno passeranno oltre 100 imbarcazioni da competizione per il rifornimento di carburante. Così, la Nautica e i suoi ricordi stanno lì in riva al Grande fiume come chi conosce la vita che si dipana attorno al Po, già quando si potevano incontrare personaggi come Nuvolone, per il carattere tutt’altro che amichevole, oppure il Moro per il colore della carnagione, che lavorava tutto il giorno sulle draghe a spezzarsi la schiena. Un grande libro pronto a raccontarsi solo a chi è pronto ad ascoltare.

Silvio Marvisi