Lutto
Addio a Fausto Dallanegra, «bardigiano benemerito»
Bardi Se ne è andato un bardigiano dedito alla comunità, e la comunità oggi alle 10,30 lo accompagna in chiesa e al cimitero, come lui ha accompagnato tanti in corteo portando la croce.
Fausto Dallanegra, 71 anni, ha compiuto il suo itinerario di gioie e dolori, dopo tre mesi di lotta dei medici per salvare il suo cuore sofferente.
Un cuore buono, spalancato e riservato, generoso e indipendente. Così lo ricordano parrocchiane e parenti, a partire dal fratello Franco, il fotografo di Bardi.
«Fausto era una persona speciale, sempre pronto ad aiutare chi lo interpellasse. Ci ha voluto bene, è stato un bravo zio; per mia moglie, dolce come lui, provava un affetto singolare. Aveva la bontà, la schiettezza di un bambino che non è più bambino».
Abitava in via Castello, sopra lo studio fotografico di famiglia e sotto l’appartamento del fratello.
«Quando scendevo lui mi sentiva e mi salutava – riprende Franco –. Da ragazzo era molto legato a papà e mamma. Aveva l’hobby della filatelia, era abbonato alla Bolaffi. Ha messo insieme una bella raccolta di buste postali. Raccoglieva anche le monete nuove dei paesi dell’euro. Seguiva lo sport, aveva tante carte geografiche. Si collegava a internet. Voleva essere autonomo: pur con i problemi che poteva avere non voleva aiuto. Una volta andò da solo a Parigi in treno a trovare i nostri cugini. Chi lo conosceva si affezionava a lui».
Fausto Dallanegra aveva lavorato alla cartiera di Viazzano facendo il pendolare in corriera. Amava stare in mezzo alla gente. Clara Angeli lo conosceva fin da piccolo.
«Ci sono solo quattro anni tra noi. Era un ragazzo disciplinato, molto bravo in matematica. Una persona semplice che ha sempre badato a sé stesso. Era famoso per aver salvato il suo datore di lavoro. Si è sempre dato agli altri. Aveva attenzioni gentili per le signore. Era molto devoto: seguiva il rosario su Radio Maria e su Tv2000. Partecipava ai pellegrinaggi e alle gite. Trascorreva le vacanze a Chiavari dalle Suore rosminiane, che gli volevano molto bene». Nel ricordarlo, Marinella Migotto è commossa. «Fausto era una persona speciale: gentile, educato, umile, sempre sorridente. Abbiamo la stessa età e ci salutavamo dicendo: “ciao classe”. Era sempre pronto ad aiutare tutti. Ci offrivamo il caffè a vicenda; era molto di compagnia, anche se un po’ timido. Amava la parrocchia e faceva il volontario al Cup e all’Assistenza pubblica». Il Comune aveva insignito Fausto Dallanegra dell’onorificenza di “Bardigiano benemerito”. Apriva e chiudeva la chiesa di San Giovanni Battista, il patrono di Bardi, di cui aveva le chiavi. Ricorda don Luigi Pini: «Fausto è una bella figura per la comunità, si è speso in tanti modi. Ci aiutava, famosi erano i suoi rosari per i defunti, non perdeva nessun funerale, partecipava alla messa feriale. Era un uomo di fede. Nella sua semplicità ha speso bene la sua vita».
Laura Caffagnini