Il restauro della statua
Agrippina minore torna a splendere
Agrippina minore, pronipote di un imperatore, moglie di un imperatore, Claudio, e madre di un imperatore, Nerone, sarà la prima romana a fregiarsi del titolo di Augusta. Ieri nell’Auditorium dei Voltoni della Pilotta è stato presentato il restauro della statua di Agrippina conservata al museo archeologico di Parma, promosso da Inner Wheel Parma Est. Ad introdurre l’incontro è stata la presidente Roberta Rabaglia Vaienti e a seguire sono intervenute l’archeologa Gloria Capelli e la restauratrice Angela Allini, che hanno seguito i lavori. La scultura fa parte delle dodici statue del ciclo giulio claudio venute alla luce a Velleia nel giugno del 1761, che rappresentano, a grandezza una volta e mezzo il naturale, i membri più importanti della dinastia imperiale.
Nella sua introduzione, Roberta Rabaglia ha ringraziato Flavia Giberti e Angela Mutti del Museo archeologico, che hanno diretto e supportato l’intervento dei restauratori, ed ha poi illustrato le ragioni del restauro promosso da Inner Weel, associazione femminile che ha scelto per il restauro una figura femminile.
«Rappresenta - ha detto Rabaglia - il contributo che la nostra associazione dedica al mantenimento del patrimonio storico e artistico del territorio e crediamo che questo possa essere di esempio anche per le giovani generazioni. La scelta - ha proseguito - non è stata casuale. Il ritrovamento delle statue di Velleia è un evento importante nella storia dell’archeologia italiana così come la loro conservazione al Museo archeologico di Parma. Il legame tra queste statue e la città è profondo e antico».
Un legame che inizia con il ritrovamento, come ha poi illustrato Gloria Capelli, quando in occasione degli scavi in corso tra il 3 e il 7 giugno 1761 vengono alla luce a Veleia le dodici statue del ciclo giulio claudio, un ritrovamento eccezionale, che suscita clamore in tutta Europa. Il 2 settembre il duca Filippo di Borbone visita con tutta la corte gli scavi archeologici di Veleia e incarica l’architetto di corte Ennemond Alexandre Petitot di progettare un palazzo di legno per le future visite della corte.
Sono solo alcuni degli aspetti storici indagati prima di entrare nel merito della figura complessa e ricca di risvolti di Agrippina minore «personaggio affascinante, la cui vita è segnata dal rapporto con il potere, subìto, cercato, ottenuto e finalmente trasmesso, e il cui destino è la sintesi perfetta della grandezza e delle miserie della stirpe di Augusto» ha aggiunto.
Il lavoro di recupero, affidato ad Opus Restauri, è stato presentato attraverso immagini volte a definire i vari passaggi della pulitura, da Angela Allini. «I restauratori hanno messo a punto una metodica che consentisse di estrarre dal marmo le sostanze lipidiche scure che disturbavano la lettura del modellato». Il chiaro volto di Agrippina, in marmo puro bianco, è così riemerso in tutta la sua naturale lucentezza, evidenziando i valori plastici dell’opera e a contrasto con l’abito realizzato in marmo lunense ricco di venature. E per tutte è stata un’emozione ritrovarsi davanti all’opera tornata a splendere.
Stefania Provinciali