Tarsogno

Addio a Valerio Bricca, l'ultimo ciabattino

 Con la scomparsa di Valerio Bricca, all’età di 92 anni, Tarsogno perde l’ultimo ciabattino del paese, testimone di un mestiere antico che per tre generazioni ha intrecciato la storia della famiglia Bricca con quella della comunità.

Valerio, uomo di mani esperte e cuore tenace, aveva iniziato a lavorare il cuoio giovanissimo, sotto l’attenta guida del padre Luigi, portando avanti un’attività artigianale che ha attraversato il Novecento tra dedizione, sacrificio e passione. A soli 14 anni realizzò il suo primo paio di scarpe, amava raccontare la sua arte: «Con mio fratello Giannino cucivamo scarpe e scarponi che poi vendevamo nei paesi vicini: Piane di Carniglia, Caneso, Casale, Bruschi di Sopra. Non avevamo la macchina, si andava a piedi, con lo zaino pieno di scarpe, sotto la pioggia o nella neve».

Ogni paio richiedeva circa 15 ore di lavoro: stivali, scarponi, stringate, tutto rigorosamente fatto a mano. In tempo di guerra, quando le risorse erano scarse, si cercava di rimettere in sesto anche i materiali più logori: «Rimettevamo insieme pezzi di cuoio portati dalla gente e lo facevamo per poche lire». La bottega di Valerio era un punto di riferimento: tra suole, cuciture e vecchie forme, prendeva forma un mestiere che era anche un servizio alla collettività. Le materie prime si compravano a Chiavari, Varese Ligure e Santo Stefano d’Aveto, da dove il padre tornava dopo ore di cammino carico di pellami. E anche le consegne, fino al 1954, avvenivano a piedi, il fratello Giannino attraversò i boschi per portare in tempo le scarpe della prima comunione a Setterone, partendo all’alba e arrivando «giusto in tempo», raccontava con orgoglio.

Con i primi risparmi, arrivò anche la modernità: una moto MV Agusta acquistata a rate, che permise di aumentare la produzione. Valerio e Giannino riuscivano a confezionare cinque paia di scarpe ciascuno a settimana, e quasi sempre a consegnarle entro due settimane dall’ordine. Le scarpe più semplici costavano tra le 6.000 e le 7.000 lire. Tra le sue specialità, gli stivaletti da cavallerizza, richiesti e apprezzati anche fuori paese. Nel 1988 Valerio ha appeso gli attrezzi al chiodo, ma non il ricordo di un mestiere nobile, svolto con umiltà e dedizione. Nel 2022, in occasione dei suoi 90 anni, la comunità di Tarsogno aveva organizzato una festa e la presidente della Pro loco Sonia Cardinali gli aveva consegnato una targa. Valerio lascia la moglie Marinella e i tanti cugini.

Rachele Camisa