ANCI

Fecci scrive a Mattarella e Meloni: «I sindaci hanno bisogno di più tutele»

Fare il sindaco: un mestiere sempre più difficile. Tramite una lunga lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, il sindaco di Noceto, Fabio Fecci, in qualità di vicepresidente di Anci Emilia-Romagna (Associazione nazionale dei comuni italiani) e in coordinamento con il presidente regionale Marco Panieri, ha voluto condividere «con profondo rispetto istituzionale e senso di responsabilità, una riflessione che nasce dall’esperienza quotidiana di molti amministratori locali», ritenuta non più rinviabile.

«I sindaci vengono sempre più frequentemente chiamati a rispondere in sede civile, penale e contabile per fatti legati alla carenza di risorse e alla difficoltà, oggettiva, di garantire standard adeguati di manutenzione e prevenzione», ha sottolineato Fecci, con particolare riferimento alla notizia della recente condanna del sindaco di Bedonia, ritenuto responsabile di un sinistro avvenuto su una strada dissestata.

«Ho scritto più volte, nel tempo, a diverse autorità istituzionali, per rappresentare il disagio crescente dei territori – ha proseguito il sindaco di Noceto. Tuttavia, continuiamo a registrare un preoccupante silenzio quando si tratta di affrontare con concretezza le criticità che viviamo».

Lo stesso Fecci, nel novembre del 2022, aveva già inviato una lettera di denuncia ai ministri Giorgietti, Salvini e Zangrillo per porre l’attenzione sul tema dell’insicurezza delle strade comunali e degli scarsi, per non dire nulli, fondi ricevuti dal Pnrr.

«Il divario tra il centro e la periferia istituzionale si è fatto profondo. Lo Stato appare talvolta distante, se non addirittura estraneo, rispetto ai bisogni, alle emergenze e ai doveri che ogni giorno ricadono sui Comuni. Eppure siamo noi sindaci a rappresentare il volto concreto delle istituzioni nella vita quotidiana dei cittadini. Siamo noi a raccoglierne richieste, paure e speranze. Lo facciamo con senso dello Stato e spirito di servizio, ma senza un ripensamento strutturale del sistema, questa funzione rischia di diventare impraticabile» ha ribadito Fecci.

«Rivolgo pertanto a voi questo appello, nella convinzione che la salvaguardia del ruolo e della dignità delle autonomie locali sia una questione che riguarda l’intero impianto repubblicano: è necessario attivare con urgenza un confronto istituzionale serio, franco e risolutivo, affinché si dia avvio a una stagione di riforme capaci di rafforzare la capacità amministrativa dei Comuni, di tutelare i sindaci e di ricostruire un clima di reciproca fiducia e collaborazione tra i livelli di governo, che possano consentirci di erogare i servizi ai cittadini, garantire sicurezza ai nostri territori e amministrare con la dovuta e necessaria serenità». «Nel ringraziarvi per l’attenzione che vorrete riservare a queste parole, auspico che possano rappresentare l’inizio di un dialogo finalmente concreto», l’augurio conclusivo di Fecci. M.D.