La ricorrenza

I primi dieci anni di Parma partecipazioni calcistiche: un modello che ha fatto scuola

Vittorio Rotolo

Fu un inizio d'estate caldissimo per i tifosi del Parma, quello del 2015. Chi, la maglia crociata, l'ha cucita addosso come una seconda pelle, li ricorda benissimo quei giorni. Fatti di attesa e paure. Tra il fallimento della vecchia società e il clima di assoluta incertezza su ciò che sarebbe stato il futuro. Era una corsa contro il tempo, che Parma affrontò unita più che mai convertendo le speranze iniziali in una prodigiosa rinascita, attraverso la straordinaria unione d'intenti. Da una parte i sette soci di Nuovo Inizio, dall'altra i soci-tifosi di Parma partecipazioni calcistiche, l'azionariato popolare che si costituì ufficialmente il 29 giugno 2015.

Gli inizi

Oggi sono dieci anni esatti da un giorno entrato di diritto nella gloriosa storia calcistica della nostra città. Il primo Consiglio d'amministrazione comprende Corrado Cavazzini (presidente); Pietro Trascinelli e Giorgio Orlandini (vice presidenti); Sandro Squeri (amministratore delegato); Rossano Cavalieri, Roberto Chiapponi, Benedetto D'Angelo Pizzolo, Ermes Foglia, Lauro Riani (consiglieri); Giancarlo Mandelli (segretario). 144 i soci che decisero allora di aderire alla sottoscrizione. Sembrava un'impresa impossibile. Eppure è andata avanti. Ora Ppc di soci ne ha superati 1.000 (sono 1.011 per l'esattezza), a dimostrazione della buona riuscita di un'operazione senza precedenti e che, negli anni, ha continuato a garantire sostegno al Parma Calcio (di cui detiene l'1%), sotto la bandiera di una rappresentatività territoriale che è, insieme, forza e identità.

Per comprendere meglio cos'è, oggi, Parma partecipazioni calcistiche, bisogna fare un passo indietro. E tornare a quel periodo, compreso tra aprile e giugno del 2015. Snodo cruciale. «Guardandola a distanza di dieci anni potrei dire che fu pura follia: da totali neofiti, tifosi e appassionati che andavano a vedere le partite allo stadio o al massimo ne discutevano al bar con gli amici, ci ritrovammo ad essere attori protagonisti nella ricostruzione del club». A parlare è Paolo Piva, attuale presidente di Ppc e tra i primi ad essere coinvolti nel progetto. «A guidare il progetto era un imprenditore e manager illuminato come Marco Ferrari, ma di semplice in quel momento non c'era nulla. A metterci in contatto - ricorda Piva - fu Giorgio Orlandini, con il quale avevamo messo in piedi una sorta di comitato di tifosi e imprenditori sponsor del Parma. Ferrari aveva invece riunito attorno a un tavolo quelli che sarebbero diventati i soci di Nuovo Inizio, forze imprenditoriali di un certo spessore. Ma loro - spiega ancora l'attuale presidente di Ppc - non volevano fare questo percorso da soli: puntavano ad un coinvolgimento più ampio, che desse un impulso alla rappresentatività del territorio. E questo a prescindere dall'apporto finanziario, che nel caso di Ppc sarebbe stato comunque inferiore a quello garantito dagli azionisti di maggioranza».

L'evoluzione

15 dicembre 2015, un'altra data da cerchiare in rosso nella storia di Ppc: l'assemblea dei soci riunita al Tardini approva infatti il passaggio da Srl a Spa. Ad agosto 2016 Ppc ha poco più di un anno di vita ma ha visto triplicarsi i propri soci: sono già 500. Nel 2017 c'è un nuovo amministratore delegato, Alberto Grisanti. Due anni più tardi, il cambio al vertice: dopo due mandati Cavazzini lascia il testimone a Lauro Riani, diventando presidente onorario di Ppc. Nel 2021 a Riani (a sua volta nominato presidente onorario) succede Piva, con Paolo Benecchi ad. Ruolo, quest'ultimo, che nel 2024 viene affidato a Maurizio Braghiroli. L'attuale consiglio, oltre al presidente Piva e all'ad Braghiroli, comprende i vice presidenti Mariavittoria Grassi e Franco Bardiani, i consiglieri Michele Baiocchi, Giorgio Bianchini, Stefano Menozzi, David Soresina e Matteo Volpi, il segretario Paolo Benecchi.

Tra presente e futuro

Oggi Ppc è un tassello fondamentale del Parma Calcio, rappresentando in ambito territoriale un insieme di posizioni e sentimenti eterogenei. Che va oltre i numeri. «I soci sono poco più di 1.000, ma la base è ancora più ampia dal momento che ciascuno di loro ha relazioni e legami che consentono la piena diffusione di un messaggio inclusivo, veicolato dall'amore per questi colori che si tramanda di generazione in generazione» rileva Braghiroli.

«Dal club - aggiunge - abbiamo sempre ricevuto il massimo supporto: la presenza stessa del Ceo Federico Cherubini alla nostra assemblea dei soci, il giorno dopo la partita contro il Napoli, quindi in un momento estremamente delicato della stagione, l'abbiamo accolto come un segnale di alta considerazione nei nostri confronti». Braghiroli annota: «La crescita di Ppc, che si misura anche attraverso l'organizzazione di eventi e iniziative dal forte impatto sociale, si lega a doppio filo con i risultati sportivi. L'interlocuzione col socio di maggioranza resta essenziale, ma il Parma ha capito la funzione e il ruolo di Ppc». La storia continua.

Vittorio Rotolo