È morto in Alsazia
Carlo D'Incecco: bravo assicuratore e biker esperto
«Di lui colpivano subito la gentilezza e l'equilibrio. Si può dire che nel suo carattere entrambe le qualità avessero trovato casa». Aveva tanti amici, tra cui chi ci ha rilasciato questo breve ricordo, che ne apprezzavano il modo di fare e la signorilità, Carlo D'Incecco, il 66enne parmigiano scomparso domenica mattina sulle strade dell'Alsazia, in Francia, dove si era recato con altri motociclisti, molti del Reggiano ma anche qualcuno proveniente da Parma per un tour in quelle terre affascinanti.
L'uomo avrebbe fatto tutto da solo mentre era in sella alla sua moto, una Bmw, una marca che per lui non rappresentava solo un mezzo di locomozione ma era piuttosto una grande passione condivisa con tanti altri.
Un tempo, in cui la mitologia era più in voga erano chiamati centauri. Oggi, invece, in ossequio alla lingua di Shakespeare, si usa biker. Ma la sostanza non cambia: la moto è soprattutto libertà, desiderio di viaggiare e vedere tante cose nuove. Così deve essersi sentito Carlo quando, assieme agli altri biker del Gruppo Onorio Moto, che ha sede nella concessionaria di Correggio e organizza numerosi iniziative come la Motobefana (manifestazione tradizionale anche a Parma) a cui il motociclista scomparso era iscritto e molto legato, aveva solcato le strade alsaziane. Il giro era stato proprio organizzato dal gruppo reggiano, una delle tante occasioni per divertirsi e fare una bella esperienza in sella.
Pare, da una prima ricostruzione della tragedia, che sull'A35 Colmar-Mulhouse intorno alle 7 di domenica mattina D'Incecco, biker esperto, si sia fermato e abbia poi ripreso il tragitto in solitudine.
A un certo punto, per cause al vaglio della polizia stradale di Rixheim intervenuta sul luogo della tragedia per effettuare i rilievi di legge, come riportato dal sito del quotidiano «L'Alsace», all'entrata dello svincolo della Croix de la Hardt, prima di una curva il 66enne avrebbe perso il controllo della sua Bmw finendo contro il guard-rail e poi andando a sbattere contro uno spartitraffico, mentre la sua moto prendeva fuoco.
Subito si sono mossi i soccorsi, ambulanza e vigili del fuoco, ma per D'Incecco non c'era più niente da fare. Troppo gravi le ferite riportate nello schianto. La salma dello sfortunato biker è stata trasportata all'ospedale locale dove ora sarà trattenuta fino ai risultati dell'autopsia disposta dall'autorità giudiziaria. Poi, potrà rientrare in Italia per il funerale.
Di origine abruzzese, D'Incecco viveva da tantissimo tempo nella nostra città, nella zona di via Paradigna, e aveva lavorato, prima della pensione, nel settore assicurativo per le Generali. «Aveva l'ufficio proprio di fronte alla questura in borgo della Posta - lo ricorda il suo coetaneo Giuseppe Tramuta, una vita nella polizia di Stato e ora consigliere comunale di Fratelli d'Italia - e, siccome come polizia eravamo convenzionati con loro, nel 2010 seguì il mio caso, quando in un incidente nel corso di un inseguimento persi l'udito dell'orecchio destro. Si dimostrò di grande competenza e sensibilità. Un vero amico che mi aiutò tanto». Dopo il meritato riposo, D'Incecco continuò a dedicarsi alle sue passioni tra cui soprattutto quella delle moto. In special modo, la Bmw, stabilendo un rapporto di grande amicizia con i membri del Bmw Motorrad Club Emilia, realtà del correggese Gruppo Onorio Moto. Dove ieri, alla riapertura dell'attività, c'era poca voglia di parlare. «Era un nostro iscritto - taglia corto, con la commozione nella voce, un dipendente della concessionaria -, uno di noi».
Michele Ceparano