NEVIANO
Addio a Cristina Bedeschi, spirito creativo
Neviano Un’anima creativa, che ha messo a frutto nel lavoro e nella sua arte, in punta di pennello, capace di trasportare le persone in una dimensione densa di emozioni e suggestioni.
Si sono svolti ieri nella Pieve di Bazzano i funerali di Cristina Bedeschi scomparsa a causa di una malattia. La comunità intera si è stretta alla famiglia, al marito Roberto, alla figlia Greta, all’adorato nipotino Damiano e alla sorella Anita, per ricordare una presenza stimata e apprezzata. Un paese in cui da tempo non risiedeva, ma luogo dell’anima a cui ritornare appena possibile. A Bazzano è cresciuta. I genitori gestivano il caseificio e in paese è rimasta fino al matrimonio. Poi è vissuta a Monticelli e a Parma. Con il marito Roberto svolgevano lo stesso lavoro: entrambi stilisti, dando sfogo alla loro innata creatività. Diplomata maestra d’arte al Liceo Toschi di Parma, nel tempo ha iniziato anche a dare forma in modo diverso al suo estro, prima con il disegno a matita e carboncino poi con un’arte emozionale come l’acquerello.
Grazie all’arte ha conosciuto Mariantonia Mazzeo, legate a doppio filo da una profonda amicizia e dalla condivisione di un percorso artistico che le ha viste girare l’Italia.
«Abbiamo condiviso tantissime cose insieme come vere amiche – ricorda l’amica e artista -. Ci conoscevamo da tempo perché io sono una bazzanese di adozione, ma un giorno di una quindicina di anni fa abbiamo deciso di organizzare insieme una mostra al museo Uomo e Ambiente. Lei ha esposto i suoi disegni a matita e carboncino, io i miei dipinti ad acquerello ed è scoccato qualcosa. Da allora siamo diventate sempre più amiche. Insieme abbiamo svolto corsi e workshop anche in giro per l’Italia per affinare la tecnica – prosegue -. E abbiamo anche realizzato delle mostre, ad Ischia, Venezia, Ascoli Piceno ed all’estero». Cristina era anche insegnate. Entrambe infatti tenevamo dei corsi a Cavriago presso l’associazione culturale Gommapane Lab. «Cristina era molto reattiva, combattiva. Non si è fatta abbattere dalla malattia. Un mese fa aveva partecipato ad un convegno all’Hospice Piccole figlie, dove era stata ricoverata, e ha dipinto in diretta insieme al musicista Andrea Conti. Si era resa anche disponibile a tenere lezioni di acquerello ai pazienti». Una vena artistica inesauribile e la capacità di saper emozionare chi guardava i suoi quadri, fossero volti o scorci di paesaggi. «Era una persona con un’intelligenza spiccata e una sensibilità che sapeva trasmettere nei suoi quadri». Quadri che oggi sono un prezioso lascito, custodi di quell’anima creativa e ricca di emozioni che ancora parlano di lei.
Maria Chiara Pezzani