CONCERTO
Ariete ai fans: «Siamo vicini nelle emozioni»
Un tutto esaurito Generazione Z per l’icona giovanile Ariete, al secolo Arianna del Giaccio, ieri sera a Fontanellato nella piazza comunale affollata da ragazzine e ragazzini emozionatissimi. «Una serata speciale perché siamo arrivati finalmente ad un pubblico incredibilmente giovane - il plauso del direttore artistico di Musica in Castello Enrico Grignaffini -. Era un obiettivo non semplice per 1000 e 1000 motivi, ma credo che stasera abbiamo centrato davvero l’obiettivo connettendoci a un pubblico under trenta. C’è una ragazza meravigliosa sul palco nota per la sua voce veramente speciale ed emozionale, capace di arrivare ai cuori della generazione zeta come pochissimi altri artisti. Abbiamo visto arrivare i ragazzini durante tutta la giornata mentre allestivamo e alcuni di quelli incontrati erano qui già dalle sette-trenta di questa mattina ad aspettarla. Entrerete a conoscere l’universo artistico di una vostra coetanea che non vede l’ora di conoscervi e speriamo vi appassionerete alla nostra rasegna». Un’esibizione-intervista quella che Ariete ha regalato al pubblico fontanellatese, dove si sono susseguiti momenti di dialogo con lo stesso Grignaffini e le esecuzioni dei brani più intimi della sua colorita discografia. Fra domande sul proprio vissuto di ragazza come tutte le altre e confessioni sulle basi artistiche da cui fiorisce una produzione incredibilmente fresca, del Giaccio ha anche condiviso quanto costruisce la sua identità artistica.
«Penso che il mio linguaggio sia sicuramente fondato sull’essere giovane come voi -. la cantautrice ai suoi fan assisi ad ascoltare il proprio giovanissimo idolo - . C’è fra noi una vicinanza anagrafica e anche di emozioni molto molto netta! Cerco di essere sempre super trasparente e di non mettermi un qualche tipo di layer addosso, perché insomma ho 23 anni come tante altre persone normalissime. Magari rispetto ad alcuni di voi sono un po’ più grande e ci tengo ancor più ad essere un esempio sano! Non per forza l’artista deve essere giga layerato e anzi meglio essere a contatto con la realtà».
Una serata durante cui il pubblico ha conosciuto quegli aspetti più intimi sinceri puri di un’artista orgogliosamente acqua e sapone, capace nell’emozionare senza forzature o trucchi scenici.
Ad accompagnare la ventitreenne sulla scena il pianista Valerio Smordoni come unico presidio sonoro oltre alla voce limpida che ha percorso le viuzze del borgo parmense fino ai tanti assiepati fuori dalle recinzioni. Ariete è riuscita nel complesso compito di raccontarsi a cuore aperto proponendo «i brani alla quale sono un po’ più affezionata come Quel bar, Spifferi, Amianto, Mare di guai, Solo te e L’ultima notte, quest’ultima nata in un modo diverso ma comunque speciale». Molti calorosi applausi al termine.
Alessandro Frontoni