CONDANNA
Prima i pugni in pista, poi i colpi fuori dal locale fino a perforargli un timpano: 1 anno a uno degli aggressori
Torniamo indietro di quasi sette anni, quando il Dadaumpa esisteva ancora. Un sabato sera affollato, quel 27 ottobre 2018 nella storica discoteca di via Emilio Lepido che ha fatto ballare generazioni di giovani. Ed è proprio in pista, quando ormai siamo alle 2 della domenica, che si accende la scintilla tra un 22enne e altri ragazzi che sono lì a poca distanza. Partono i primi pugni, poi la scena si sposta nel parcheggio del locale. E tutto diventa drammaticamente realistico, perché il ragazzo viene pestato con violenza. Un timpano perforato e una mascella distrutta: questo dirà poi il referto del Pronto soccorso, che stilerà un prognosi di 30 giorni. Tre i ragazzi finiti sotto processo per concorso in lesioni aggravate: due hanno scelto a suo tempo altre strade processuali, mentre il terzo - 27enne, originario di Crotone - è stato condannato ieri a 1 anno dalla giudice Francesca Merli (pubblico ministero Marirosa Parlangeli). La pena è stata sospesa.
Quella sera il ragazzo era arrivato al Dadaumpa verso mezzanotte. E per un paio d'ore nessun segnale preoccupante, né ci sarebbero stati tra lui e altri giovani screzi o tensioni. Perché tutto era scattato un paio d'ore dopo in pista. «Ballando ho urtato un ragazzo, e lui mi ha guardato in malo modo. Poi, l'ho urtato involontariamente una seconda volta - aveva poi raccontato il 22enne nella denuncia - e a quel punto lui mi ha tirato un pugno facendomi cadere a terra».
Poi, a dare manforte al primo, erano intervenuti anche gli altri due amici: nonostante il giovane fosse già sul pavimento, tutti e tre avrebbero cominciato a scagliare una serie di calci.
Uno degli addetti alla sicurezza del locale si era precipitato sulla pista, allontanando il gruppetto degli aggressori. Nel frattempo erano arrivati anche altri dipendenti del locale: tutti erano poi stati accompagnati alla porta, anche se il 22enne continuava a ribadire di essere stato picchiato. Eppure, a detta dell'addetto alla sicurezza intervenuto per primo, e poi sentito dai carabinieri, il ragazzo non aveva detto di aver subito particolari traumi in quel momento e soprattutto non avrebbe saputo indicare con certezza chi l'aveva aggredito.
Tuttavia, una volta rispediti tutti fuori, la miccia si era riaccesa, e il 22enne era stato colpito con quel pugno violentissimo che gli aveva perforato il timpano sinistro, oltre che con altri calci in varie parti del corpo. Un'aggressione, però, di cui nessuno della vigilanza era stato avvertito.
Una settimana dopo era stata un'amica del 22enne a riconoscere in un bar del centro uno degli aggressori, il primo che aveva cominciato a colpire già in pista. E successivamente si era risaliti anche agli altri due.
G.Az.