Dipendenze
Gioco d'azzardo, boom dell'online e dei gratta e vinci
Soltanto nel 2024 gli italiani hanno speso oltre 13 miliardi in gratta e vinci.
Solo in Emilia Romagna si è speso oltre un miliardo in tagliandi gratta e vinci e l'associazione “Mettiamoci in Gioco” evidenzia siano oltre 4mila i tagliandi venduti al minuto sul territorio nazionale.
«Le norme regionali sul gioco d'azzardo non hanno fatto altro che eliminare una tipologia a favore di altre. Questo, e parlo come rappresentante della categoria, è incomprensibile. Occorre che la politica, a partire da quella locale e regionale, prenda atto che senza un trattamento uniforme fra le varie tipologie di gioco si ottiene l'unico risultato di promuovere alcuni prodotti e sfavorirne altri senza risolvere alcun problema».
A parlare è Francesco Gatti, ingegnere e presidente dell'associazione Sapar (Associazione nazionale gestori gioco di Stato) per l'Emilia Romagna e vice presidente nazionale. Una realtà che conta oltre 570 aziende e rappresenta l'intera filiera: dai produttori di macchine ai distributori, fino alle società di gestione.
I dati parlano: dall'ultimo report del “Libro nero dell'azzardo” «commissionato e realizzato con il contributo di Federconsumatori, sono allarmanti - commenta Gatti - ed evidenziano come a fronte di un calo pesantissimo delle macchine a vincita - le slot machine distribuite nei bar e nelle sale giochi - sia aumentata notevolmente la spesa in altre tipologia di gioco: in particolare del gioco online che oggi ha superato per gioco il canale fisico occupando la prima posizione per spesa degli italiani».
«Lo spostamento del giocato - sottolinea Gatti - è in grande parte sostenuto dalle ordinanze regionali, comprese quelle della Regione Emilia Romagna, che hanno imposto paletti molto restrittivi agli orari di funzionamento e al collocamento delle macchine da gioco nei locali pubblici. Ma a dispetto delle ordinanze regionali, la spesa complessiva degli Italiani non è in flessione e per il 2025 ci si aspetta un aumento di oltre il 6%. Questo dato evidenzia come non si sia risolto il problema del gioco patologico, ma si sia contribuito a uno spostamento del giocato su altre piattaforme e tipologie. Inoltre, il dato che si evidenzia dal report della Regione Emilia Romagna, è come il 78% delle persone che si rivolgono ai Sert si dichiarino oggi dipendenti da lotterie istantanee (Gratta e vinci ed affini)».
Improcrastinabile, secondo Gatti, «una riforma del gioco a vincita che metta al centro la tutela del giocatore. Siamo i primi a spingere fortemente l'introduzione di misure che rilancino il comparto ma che non dimentichino la responsabilità sociale che dobbiamo avere nel progettare le macchine in maniera più etica possibile. Quando parlo di etica mi rivolgo specificatamente alle fasce più deboli, quelle che non vanno lasciate indietro. Il problema del gioco compulsivo, che ha generato grandi dibattiti sociali nel nostro Paese, non può essere messo in secondo piano. La progettazione della nuova norma deve avere un punto fermo: un sistema che limiti la perdita media oraria delle nostre macchine così da identificare con certezza il costo dell'intrattenimento che offriamo».
In Europa, «ad esempio in Spagna, dove la mia società è presente da vari anni - osserva Gatti - il sistema è differente e include vincite molto più elevate, fino a 500 euro nei bar, ma anche un limite massimo di giocate effettuabili per unità di tempo. Questo comporta l'introduzione della certezza di una perdita media oraria che in Italia manca e che occorre introdurre».
In primis occorre uniformità: «Se il gioco è il problema - rimarca ancora Gatti - allora va contenuto il gioco in tutte le sue forme. Se il gioco può diventare compulsivo, allora occorre implementare strutture che limitino, contenendole, le possibilità di spesa dei giocatori. Sono arrivate dal comparto del gioco automatico somme importanti pari a centinaia di milioni di euro che sono stati erogati come contributo al fondo contro la ludopatia». «Forse - prosegue - servirebbe un approccio al gioco meno ideologico e fondato su ricerca e numeri reali per risolvere alcuni problemi legati a questa attività; attività che, mi piace ricordare, deve contemplare intrattenimento oltre che vincita. E deve essere gestita con grande equilibrio da parte del regolatore e delle amministrazioni».
Il Servizio dipendenze patologiche
Sempre più ludopatici e sempre più giovani
Delle circa 1070-1080 persone in carico annualmente al Serdp (Servizio dipendenze patologiche) dell'Ausl di Parma, il 5% ha chiesto aiuto per il gioco d'azzardo. Ma il numero di chi gioca compulsivamente è sottostimato, avverte Silvia Codeluppi, direttrice del Serdp di Parma, «perché rivolgersi ai servizi Ausl implica accettare il tutoraggio economico e perché i dipendenti dal gioco chiedono aiuto solo quando la situazione è diventata molto grave: se si perde casa, lavoro, famiglia». Si abbassa l'età della dipendenza: i pazienti sotto i 40 anni sono passati dal 34% al 44%. «I giovani maschi sono attratti dall'azzardo online, mentre le ragazze dal gaming, ossia i videogiochi senza denaro in palio. Fenomeno quest'ultimo più vicino alla dipendenza da internet» dice Codeluppi. Il Serdp del Distretto di Parma è in via dei Mercati 15/b, telefono 0521-393136. I recapiti degli altri Serdp della provincia al link https://www.ausl.pr.it/dove_curarsi/sert/default.aspx.
Luca Molinari