Giornata dei nonni voluta da Papa Francesco

Il vescovo Solmi: «Oggi abbracciamo i nostri anziani»

Oggi si celebra la quinta Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, voluta da Papa Francesco nella quarta domenica di luglio di ogni anno, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna – ieri, 26 luglio –, nonni di Gesù.

In occasione della loro memoria liturgica il vescovo Solmi ha dedicato un video messaggio proprio agli anziani: «Oggi la Chiesa ricorda i santi Gioacchino e Anna: la tradizione vuole che siano i nonni di Gesù, il papà e la mamma di Maria e la domenica che segue la loro festa è la giornata dedicata agli anziani. Papa Francesco l'ha voluta in questo giorno di luglio – quando nel nostro emisfero fa caldo – proprio perché tanti figli e tanti nipoti sono in vacanza, lontani dai loro anziani. In questa giornata, in questi giorni di vacanza, ricordiamoci dei nostri nonni, abbracciamoli, faremo del bene a loro ma, credetemi, anche a noi».

«Mi piace pensare - prosegue il vescovo - a questa giornata perché ha delle profonde radici bibliche. Se voi prendete la Scrittura trovate delle figure di anziani che sono estremamente fecondi: pensate, ad esempio, a Sara e ad Abramo, che nella loro età senile ancora aspettano, attendono, e arriveranno a generare; pensate a Zaccaria ed Elisabetta: da loro nascerà Giovanni Battista; e ancora al dialogo tra Gesù e Nicodemo – “Posso forse ritornare nel seno di mia madre e rinascere – quando Gesù dice e prospetta una vita nuova.

«Questo ci indica – continua –, come dice Papa Leone nel messaggio che vi invito a leggere, una fecondità che nasce anche nei tempi della vita anziana, nei tempi della vecchiaia, nella quale le forze declinano, ma, nello stesso tempo, può emergere una fecondità nuova. Mi piace ricordare questa espressione che Papa Leone richiama citando Agostino: “O venga meno per davvero la tua forza, affinché in te resti la forza mia e tu possa dire con l'Apostolo quando sono debole allora sono forte”. Sì, gli anziani restano forti anche se diventano deboli».

Un giorno per ricordarci dei nostri anziani. Francesco Mineo, delegato vescovile per Ufficio Pastorale salute, sofferenza, anziani ricorda che questa giornata voluta da Papa Francesco pensando alle situazioni diffuse di vulnerabilità in cui versano molti anziani, «è un’occasione per un’azione concreta di contrasto al deficit relazionale attraverso parole e gesti che ridiano agli anziani stima e affetto, in sintesi speranza». «Per questo - continua Mineo - chi si reca oggi a rendere visita per un congruo periodo di tempo agli anziani in solitudine potrà conseguire l’indulgenza plenaria giubilare».

«Papa Leone - prosegue - ha rivolto a tutti un messaggio per questa giornata dal titolo “Beato chi non ha perduto la sua speranza”. Vi invito a leggerlo, rileggerlo, meditarlo e prendere spunti per un cambiamento di sguardo e operatività nei confronti degli anziani e dei nonni. Gli anziani sono per tutti segno di speranza: “Questa bella eredità - scrive il Papa -, che ci hanno consegnato con speranza e amore, non sarà mai abbastanza, per noi, motivo di gratitudine e di coerenza”. Ma quale segno di speranza possiamo dare agli anziani se non incontrando anzitutto chi è solo? Quale speranza possibile per gli anziani: “Il bene che vogliamo ai nostri cari – al coniuge col quale abbiamo passato gran parte della vita, ai figli, ai nipoti che rallegrano le nostre giornate – non si spegne quando le forze svaniscono. Anzi, spesso è proprio il loro affetto a risvegliare le nostre energie, portandoci speranza e conforto”. Il messaggio del Papa trova riscontri concreti molto forti».

« Chi ha la grazia di averli ancora con sé – conclude – e non ha ancora provato il dolore del distacco non perda tempo e riversi su di loro quel torrente d’amore che c’è in loro, sopito, contrastato dagli affanni del quotidiano e dai diversivi generanti indifferenza. Staranno meglio tutti, sia gli anziani che i loro cari, sia oggi che nel futuro quando le situazioni saranno giocoforza mutate».

r.c.