MALTRATTAMENTI
«Salumi e birra sono peccati». E il marito diventa un despota: condannato
Peccatori. La moglie e il figlio. Perché mangiavano qualche fetta di salame o perché nel frigorifero comparivano a volte alcune bottigliette di birra. Carne di maiale e alcol, contrari ai suoi principi, ai dettami della religione musulmana, che a un certo punto della vita aveva cominciato a praticare con una devozione totale. E poi con furore. Tanto da imporre anche a chi gli stava accanto obbedienza assoluta. A partire da Maria (la chiameremo così), la donna che lui - tunisino, oggi 57enne - aveva sposato nel 2005, quando ancora certi fanatismi erano lontani, e che anche dopo non si è mai convertita. Né ha mai imposto la fede al figlio, nato qualche mese dopo il matrimonio.
Ma era lui che voleva dettare legge in casa: insulti, intimidazioni e domande fin troppo allusive se soltanto Maria si vedeva con qualche conoscente. La prima condanna per maltrattamenti è arrivata nel 2018, una seconda nel 2023 e l'ultima qualche giorno fa: 6 mesi in continuazione con le due sentenze precedenti, per un totale di 3 anni. Assolto, invece, dall'accusa di violenza sessuale sulla moglie e di maltrattamenti nei confronti del figlio. Il gup Sara Micucci ha inoltre disposto una provvisionale di 1.000 euro per la donna, che si era costituita, in attesa del risarcimento in sede civile.
Eppure, c'erano stati anni in cui Maria non avrebbe mai potuto immaginare quella deriva. «Una convivenza pacifica», così l'aveva descritta ai carabinieri nell'agosto 2024. I primi scontri erano esplosi quando il figlio aveva cominciato le elementari. Alla mensa scolastica il bambino, in base all'autorizzazione concessa dalla madre, mangiava anche cibi contenenti carne di maiale. E il padre spesso sbottava: «Puzzate come i maiali, siete sporchi come i maiali», rivolgendosi anche alla moglie. Ma la madre ha sempre concesso al figlio di scegliere liberamente, e così anche lei era diventata il bersaglio del marito.
E poi toccava a lei, quando lui esauriva lo stipendio alle slot pochi giorni dopo averlo percepito, mantenere la famiglia con la sua pensione di invalidità. Sempre lei, però, si era mobilitata riuscendo a fargli ottenere una piccola indennità mensile quando i suoi problemi di salute si erano aggravati.
Nel 2017 Maria aveva presentato la prima querela, e per lui era scattato l'allontanamento da casa, ma dopo pochi giorni era stata lei stessa a farlo rientrare. Ma dopo poche settimane, in famiglia era ripiombato lo stesso clima di sopraffazione. Nel 2019, inoltre, oltre a frequentare la moschea, lui aveva cominciato a pregare cinque volte al giorno. E persino un po' di musica in casa, diceva che disturbava le sue orazioni. Quando poi Maria usciva, se lo ritrovava alle calcagna, oppure le telefonava urlando: «Con chi sei? Hai un nido da qualche parte? P...a».
Disinibita. Infedele. Secondo il marito-padrone. Che da lei avrebbe preteso, però, anche di essere mantenuto.
Georgia Azzali