L'incidente
Il testimone della tragedia in tangenziale Sud sotto choc: «Ho visto l'anziano contromano. Ho chiamato il 112. Suonavo il clacson: ho cercato di fermarlo».
«C'è una macchina che sta andando contromano in tangenziale Sud».
Ha chiamato subito il 59enne che domenica pomeriggio ha visto la Panda bianca, guidata dall'81enne Franco Ghiretti, viaggiare in direzione via Spezia ma dalla parte opposta: «Era troppo tardi - dice afflitto il 59enne -. E l'81enne è morto in quello scontro pauroso». Una tragedia annunciata. La Panda chiara di Ghiretti ha inspiegabilmente preso la tangenziale Sud molto prima dell'entrata di strada Farnese e ha quindi percorso contromano un lungo tragitto, prima dello schianto. E il 59enne era lì: «Sì, purtroppo ho assistito a quel terribile incidente - racconta -. Ero andato a pranzo fuori con la famiglia e per rientrare a casa ho imboccato la tangenziale Sud direzione Piacenza a Marore (circa sei chilometri prima del punto in cui si è verificato il tragico frontale, ndr) e dopo poco che l'avevo presa ho visto la Panda bianca con il signore anziano che andava nella mia stessa direzione, verso via Spezia, ma nella parte della tangenziale che va verso Reggio Emilia. Non so dove sia entrato esattamente se a Marore o addirittura prima, dalla rotatoria di Pittarello, per intenderci».
Il parmigiano 59enne non ci ha pensato due volte e si è subito messo al fianco della Panda: «Ho acceso immediatamente le quattro frecce e suonavo il clacson in continuazione per cercare di avvertire quel signore anziano che stava andando contromano, ma lui continuava nella sua direzione sempre sulla destra - spiega il 59enne -. Le auto che lo incrociavano gli lampeggiavano e una moto che arrivava nella corsia di sorpasso lo ha schivato per un pelo: non so spiegare come ci sia riuscito il motociclista. L'anziano non andava forte, anzi. Un altro automobilista dietro di me ha tirato giù il finestrino e lo chiamava, oltre a fargli segnali con le mani. Ma lui non ci vedeva. Io nel frattempo continuavo a stare al telefono con il 112: "Adesso sta percorrendo il cavalcavia di via Traversetolo", dicevo alle forze dell'ordine. L'agitazione mi saliva, mentre guardavo quel signore anziano che invece era tranquillo. Poi, dopo l'uscita di strada Farnese, la tragedia».
Ha ancora i brividi per quello che ha visto il 59enne: «Appena dopo il distributore c'è una semi curva: è lì che è accaduto: una scena terribile - ferma il racconto con commozione -. Dalla parte opposta in direzione Reggio Emilia stavano arrivando due auto, una era in sorpasso, come normale che sia. E l'impatto è stato inevitabile con la Panda chiara dell'anziano. L'auto ha cercato di evitarlo ma sulla sua destra c'era l'altra macchina, per cui non poteva davvero fare niente». Dal telefono, la voce del testimone trema: «Per lo choc non ricordo nemmeno che tipo di auto fossero le altre due - confessa -. Sta di fatto, che la macchina in sorpasso è praticamente entrata nella Panda e per il violento urto la parte posteriore si è alzata. La seconda auto è finita contro quest'ultima, tamponandola. Il rumore non lo dimenticherò mai».
Il 59enne è uscito in via Spezia, chiamando anche i soccorsi: «Sì, ho detto al 112 di mandare subito l'ambulanza del 118 e i vigili del fuoco - sottolinea -. È tutto il giorno che penso all'incidente e a quel povero anziano, ma anche alle altre due persone a bordo delle macchine coinvolte nello scontro fatale. E il pensiero vola subito alla famiglia, alla preoccupazione che possa accadere una cosa così terribile anche ai propri cari. Quando sono arrivato a casa, infatti, ho chiamato mia figlia per sapere dov'era, se stava bene. Ero terrorizzato. Poi, ho telefonato ancora alla polizia stradale per rilasciare le mie generalità ed eventualmente la mia testimonianza. E in serata gli agenti sono venuti a casa mia per avere più dettagli e ricostruire la dinamica del tragico incidente». Non si dà pace dopo quello che ha assistito e il timore che possa riaccadere uno scontro così accompagna i suoi pensieri: «Dopo quello che ho visto domenica pomeriggio - conclude il 59enne - sono molto rattristato per la famiglia del povero anziano e per la perdita che hanno subito, ma sono molto preoccupato anche per le condizioni dell'uomo e della donna che guidavano le altre due macchine: come è successo a loro poteva succedere a chiunque, anche a noi. E questo pensiero non mi fa dormire la notte. Ora quando sono al volante non riesco ad andare più dei 60 all'ora, a maggior ragione in tangenziale. È possibile che con tutta la tecnologia che c'è al giorno d'oggi, non si studi un sistema che possa avvertire gli automobilisti che stanno viaggiando in contromano e nel caso, in tangenziale o in autostrada, ci fosse un'auto provenire dalla parte opposta sulla stessa corsia, trovare il modo anche di avvertire le persone che stanno sopraggiungendo da quella direzione. Non si può inventare qualcosa per evitare questi tragici incidenti? Sono tanti gli scontri che hanno queste dinamiche e diventa sempre più necessario evitarli: troppe le vittime». E Franco Ghiretti è stata l'ultima persona a morire in questo modo così assurdo. L'uomo di 60 anni che si trovava a bordo dell'altra auto è miracolosamente vivo: fortunatamente è stabile ed è sempre ricoverato nel reparto di Ortopedia dell'ospedale Maggiore, per le fratture multiple che si è procurato nello scontro. La donna di 43 anni, che era alla guida della seconda auto, invece, è stata dimessa dal Maggiore già nella serata di domenica. Indagini in corso della polizia locale e della Stradale.
Mara Varoli