Cinema

Astra e D'Azeglio, 8 film in anteprima

Filiberto Molossi

La guerra - di ieri ma di sempre -, lo stress da lavoro, la vecchiaia che non vuole arrendersi all'esclusione: ma anche la scoperta adolescenziale delle prime pulsioni sessuali o la nascita, quasi casuale, di un capolavoro. E la Palestina, terra martoriata e ferita non certo da oggi. Strattonano l'attualità, anche quando la guardano da lontano, ma affrontano soprattutto contraddizioni, crepe e emozioni di un'umanità instancabile nel raccontarsi, le 8 anteprime che dalla prossima domenica, tra la seconda metà di agosto e i primi giorni di settembre, accenderanno nelle arene dell'Astra e del D'Azeglio i riflettori sulla prossima stagione cinematografica.

Si parte il 17 (al D'Azeglio) con «Warfare», un film di guerra basato sui ricordi, le testimonianze e le esperienze vissute sul campo da un gruppo di uomini dei corpi speciali della marina americana durante la guerra in Iraq del 2006. Accompagnato da ottime recensioni, il film aggiorna il genere con uno sguardo innovativo e immersivo. E' completamente dentro la realtà e l'azione di una vita in diretta anche l'ansiogeno «L'ultimo turno» - il 19 all'Astra -, storia di un'infermiera instancabile costretta ogni giorno ad affrontare la stressante routine del reparto di un ospedale sempre sotto organico. Una continua corsa contro il tempo dove è un attimo commettere un errore fatale. La protagonista, bravissima, è Leonie Benesch, già vista ne «La sala professori».

Parla in qualche modo al presente - e non a bassa voce - anche «Tutto quello che resta di te» (il 25, all'Astra) della regista palestinese-americana Cherien Dabis che racconta la sua terra ferita attraverso gli occhi di tre generazioni: quelle di una famiglia che non ha mai smesso di lottare per difendere la propria identità. Un ritratto intenso, vincitore del Festival di San Francisco, che, partendo dalle proteste contro i soldati israeliani in Cisgiordania nell'88, abbraccia gli ultimi 80 anni della storia drammatica della Palestina. Va oltre l'affresco e guarda a un domani che è già la metafora dell'oggi, invece, «Il sentiero azzurro», Gran premio della giuria al Festival di Berlino. In nome della ripresa economica a ogni costo, si immagina che il governo brasiliano crei un sistema di isolamento obbligatorio per gli anziani oltre gli 80 anni, confinati in una colonia dedicata. Ma l'anziana Tereza non ci sta: e fugge, compiendo un avventuroso viaggio contro le regole costituite in Amazzonia. Lo vedremo il primo settembre all'arena del D'Azeglio. Il giorno dopo, il 2 settembre, sempre al D'Azeglio, passerà poi «Little trouble girls», delicato romanzo di formazione che segna il debutto della slovena Urska Djukic, premio Fipresci a Berlino: la storia di Lucija, quindicenne timida che viene ammessa al più prestigioso liceo cattolico di Lubiana: qui, frequentando il coro, diventa amica di un'altra ragazzina.

Si percorre decisi la strada del biopic invece con «Bolero» (Astra, 27 agosto): nel 1928 Ida Rubinstein commissiona a Maurice Ravel la musica del suo prossimo balletto: il compositore è in crisi di ispirazione ma tirerà fuori un capolavoro... Dirige anche in questo caso una donna, Anne Fontaine, autrice di «Coco avant Chanel» e «Agnus Dei». Toccano maggiormente le corde dell'ironia, infine, altre due anteprime dell'arena di via Rondizzoni: «Jane Austen ha stravolto la mia vita»( in programma il 21 agosto) flirta ad esempio con la commedia sentimentale ed è assolutamente adatto a chi ancora ama immergersi in un buon libro: diretta da Laura Piani - nome italiano ma nazionalità francese - questa opera prima racconta di Agathe, che lavora nella celebre libreria inglese Shakespeare & Co. a Parigi (dove ha effettivamente lavorato anche la Piani) e della sua voglia di diventare scrittrice. Fantasticando come fosse l'eroina di un romanzo di Jane Austen, Agathe è alle prese anche con qualche indecisione sentimentale: e la vitra in un attimo diventa romanzo... Si sorride su temi seri, invece, con «La famiglia Leroy» (Astra, il 26), dove un padre porta la famiglia in vacanza nella speranza di salvare il suo matrimonio, giunto al capolinea. Una sorta di viaggio della memoria con Charlotte Gainsbourg e José Garcia che in Francia è stato molto apprezzato: il debutto, in buona parte autobiografico di Florent Bernard.

Insomma, difficile annoiarsi questa estate: il cinema che verrà è proprio qui accanto. A portata di mano. Anzi, di sguardo.

Filiberto Molossi