VIRUS
West Nile, l'anziano medesanese resta ricoverato
Medesano È ancora ricoverato all'ospedale Maggiore di Parma, nel reparto di Neurologia, il 76enne di Medesano al quale è stata diagnosticata il 6 agosto la «febbre del Nilo» causata dal virus West Nile, virus trasmesso dalla zanzara comune. Le sue condizioni sono definite stazionarie.
Con lui, sono complessivamente tre i casi accertati di West Nile a Parma e provincia: una donatrice di sangue di Parma, di 56 anni, che ha scoperto di aver contratto il virus negli esami pre-donazione il 21 luglio scorso e che non presentava sintomi, e un giovane di 25 anni che invece ha accusato disturbi importanti e - dopo la conferma, il 2 agosto, che si trattava di West Nile - è stato ricoverato per qualche giorno nella neurologia dell'ospedale di Vaio.
Il caso di Medesano è particolare perché inizialmente era stata formulata l'ipotesi di Dengue, altra malattia trasmessa dalle zanzare. Le analisi inviate al Crrem dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna (il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche, che svolge i test di questo tipo di malattie per tutta l'Emilia Romagna) hanno invece rivelato che l'uomo era affetto dal West Nile. L'Ausl ha comunicato al sindaco di Medesano che non si trattava di Dengue, invitandolo ad interrompere il protocollo delle disinfestazioni nei dintorni dell'abitazione dell'uomo (una era già stata eseguita), ma non che si trattava di West Nile. I casi isolati di West Nile, come ha chiarito ieri l'Ausl, non prevedono di norma la disinfestazione, che viene valutata solo in caso di focolai.
«I trattamenti adulticidi vengono eseguiti dai Comuni su prescrizione dell'Ausl, e sono poi rimborsati, a fine anno, ai Comuni che se ne fanno carico dalla Regione - chiarisce il sindaco Michele Giovanelli - Non possiamo come amministrazione comunale prendere iniziative di disinfestazione, ma solo eseguire interventi larvicidi, cosa che abbiamo fatto come sempre ad inizio stagione. L'Ausl mi ha spiegato che non era tenuta ad informarmi che si trattava di un caso di West Nile». Il sindaco ha colto l'occasione per augurare una veloce guarigione al concittadino colpito dal virus.
La notizia del medesanese colpito dal West Nile ha fatto in breve il giro del paese, destando una certa preoccupazione, ma soprattutto riflessioni su quanto sarebbe necessario fare. Da inizio anno in tutta Italia sono state 17 le vittime del West Nile: l'ultimo, ieri, un ottantenne nel Lazio. Oltre 170 le persone colpite dal virus.
Per tanti commentatori, soprattutto sui social, sarebbe necessario continuare la disinfestazione, eseguita nei giorni scorsi per il sospetto caso di dengue limitatamente all’area interessata, come il protocollo sanitario prevede; per altri sarebbe stato necessario effettuarla preventivamente e a largo raggio. «Sarebbe stato meglio farla in tutti i paesi del Comune», scrive un cittadino. Per altri occorreva farla prima dell'arrivo del caldo.
«Sarebbe più utile - afferma un medesanese - ricordare anche a tutti i cittadini come fare per prevenire la malattia, ad esempio innaffiare senza lasciare acqua stagnante, utilizzare repellenti e così via. Serve ovviamente la disinfestazione nei centri abitati ma credo che molto spesso la cultura diffusa, per la prevenzione, sia più efficace».
Sul caso è intervenuta la scorsa settimana sui social (quando ancora si sospettava di un caso di Dengue e non di West Nile) anche Giorgia Biasetti, consigliera comunale del gruppo di minoranza «Medesano che cambia», che ricorda di aver chiesto lo scorso settembre al sindaco di intervenire e programmare interventi futuri di disinfestazione delle zanzare. «Forse sarebbe utile ascoltare le richieste dei consiglieri di minoranza che cercano di migliorare il paese e soprattutto se sollevano problemi e richieste a tutela di tutta la cittadinanza. La disinfestazione va fatta almeno in tutto il Comune, non solo in tre vie, perché le zanzare hanno le ali» aveva scritto Biasetti.
r.c.