FEDE

Il vescovo: «Leggerò i nomi dei 12mila bambini uccisi nella guerra in Medio Oriente»

Una veglia per la pace in cui saranno letti i nomi dei bimbi di Israele e di Gaza uccisi dalla guerra.

L'iniziativa
L'iniziativa, annunciata dal vescovo Enrico Solmi, fa seguito a quella del cardinale Matteo Zuppi che a Marzabotto ha letto i 12mila nomi dei bimi uccisi durante il conflitto in Medio Oriente. «Tra le iniziative poste in atto per la pace e tra i segni attivati nella Cattedrale - ha affermato monsignor Solmi durante la solennità dell'Assunta - segnaliamo, fin da ora, la prossima Veglia per la Pace nella quale saranno letti i nomi dei bambini di Israele e Gaza».

«Una preghiera per tutti e con tutti»
Sarà «memoria, riflessione e preghiera rivolta a tutti - ha osservato il vescovo - con tutti e per tutti e non contro qualcuno. Essa sarà collocata, con modalità e luoghi presto definiti, in prossimità della festa liturgica della Madonna Addolorata (15 settembre). Maria è madre sotto la croce, tutte le mamme in Lei possono riconoscersi. Assiste il figlio nella morte orrenda, ignominiosa e ingiusta (se mai può dirsi giusta la morte inferta dall’uomo a un suo simile), lo accoglie nel suo grembo con il cuore trafitto dal dolore che solo le mamme sanno intuire e che le mamme di Israele e Gaza (e laddove la guerra uccide i bambini) stanno patendo».

«Una lettura lunga e penosa»
Sarà una lettura «lunga e penosa - ha proseguito monsignor Solmi - che richiederà la disponibilità di diverse persone rappresentanti di parrocchie, associazioni e comunità che cercano la pace, che non lasciano nulla di intentato per ottenerla».

«Firme vergate nel sangue»
Un prolungamento «o, meglio, un’inclusione nel “Rotolo della Pace” di questi nomi - ha rimarcato il vescovo -. Di firme vergate nel sangue che chiedono, urlano, invocano la fine dei combattimenti, il cibo e quanto serve a vivere e la dignità di costruire il futuro».

Morti che si uniscono ai parmigiani uccisi»
Nomi «che si uniscono a quelli incisi nel marmo dei parmigiani uccisi durante la Prima guerra mondiale- ha ricordato il vescovo -, segni drammatici e rappresentativi di tutti i morti in guerra. Proprio in quella cappella sosterranno i nomi dei bambini di Israele e di Gaza, vegliati dai tratti melanconici di chi accompagna i resti di un soldato ignoto, ucciso dalla guerra, frutto amaro dei conflitti che mai sono una soluzione, ingenerando – come la storia, inascoltata maestra, vorrebbe insegnare – problemi nuovi e più gravi che richiedono, se non c’è una forte inversione, di nuovo un tributo di sangue».

«Forte invito a partecipare»
Un forte invito «ad essere partecipi e presenti a questa veglia - ha spiegato ancora il vescovo - che rappresenta come il solidificarsi alto e vibrante di una scelta e di un percorso di pace permanente, con la credibilità di un artigianato di pace quotidiano, di riscontri di concordia nelle case, di toni rispettosi in municipio e in parlamento, di stili e dinamiche di pace voluti e sofferti che li rendono credibili per educare e per camminare insieme alle nuove generazioni, anch’esse fortemente invitate».

All'inizio della messa il vescovo ha rivolto il proprio saluto a «tutti coloro che in questo giorno di festa sono al servizio del bene di tutti: negli ospedali, nella sicurezza, nella solidarietà». Un ricordo particolare è andato quindi «agli ammalati, a chi li assiste, a chi è fermo in casa».

I suicidi in carcere
«Un pensiero -ha proseguito - a chi è recluso nelle carceri, dove la sofferenza si acuisce in questi giorni di festa. Ricordiamo proprio come nello scorso anno una persona detenuta a Parma si tolse la vita in questo giorno, e altre purtroppo se ne sono aggiunte».

L.M.