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Mauro Coruzzi ricorda Pippo Baudo: «Ospite di Mina in un indimenticabile balletto»

Mauro Coruzzi

In questo diluvio di rimpianti e ricordi, con la marea di commozione che la scomparsa di Pippo Baudo ha generato, converrà fare un lungo passo indietro, e ce lo possiamo permettere noi che abbiamo una “certa età”.

Nel ‘66 ho undici anni e mi appassiono a un programma musicale, oggi lo definiremmo il primo talent show della tv, si chiamava «Settevoci», era una gara-quiz a carattere musicale, dove, insieme ai ”famosi” c’erano debuttanti sconosciuti al pubblico e c’era un “applausometro” che stabiliva, in base all’intensità del battito delle mani chi passava e chi no.

Ogni domenica, per svariate settimane, in quel programma “nacquero” fenomeni della musica poi divenuti celeberrimi come Giusi Romeo (che avrebbe poi preso il nome d’arte di Giuni Russo, ebbero poi fama duratura Al Bano, Massimo Ranieri, Franco Battiato (molto diverso da quello che poi abbiamo imparato ad amare in anni più vicini a questo millennio), una timidissima cantante sarda, Marisa Sannia, che sarebbe poi esplosa come concorrente a Sanremo, una sfilza di tanti nomi che avrebbero poi riempito la tv di allora e dopo e che lanciarono immediatamente Baudo come «Star dei conduttori della tv», allora ancora un bianco e nero.

Il successo di Baudo fu talmente forte che già l’anno dopo, nel 1967, Mina, incontrastata primadonna della Rai, lo volle, in «Sabato sera» dove venne preparata una coreografia che vedeva Pippo danzare in sincrono coi conduttori più famosi di allora, ovvero Corrado, Mike Bongiorno, Enzo Tortora, una memorabile pagina “iconica” e leggendaria di una tv che si faceva con autori, scenografi, coreografi, registi che tutto provavano e riprovavano fino a raggiungere il risultato sperato, la tv elegante e popolare al tempo stesso che diventerà la seconda casa di Pippo negli anni a venire: verranno poi le «Canzonissime» , i 13 Festival di Sanremo, il primo è del ‘68, l’anno in cui c’è concorrente Louis Armstrong con un’interminabile e meravigliosa «Mi va di cantare», interrotta perché il grande jazzista aggiunge «Where the saint go marching in» ma due canzoni erano fuori regolamento e Baudo lo bloccò, quel ‘68 in cui Mina, che ancora cantava in pubblico e faceva tournée arrivando a Parma, al Teatro Ducale, e io ci sono, ma per non distrarci, torniamo a Baudo, poi le «Domenica in», i «Fantastico», le «Serate d’onore» fino al meraviglioso «Novecento», dapprima su Rai3 e poi passato su Rai1, programma che segnò il debutto di Pippo nel nuovo secolo, il 2000.

Il destino vuole che non sia rimasto niente delle registrazioni di «Settevoci», per via del nastro magnetico, sul quale poi altro materiale venne registrato e «Settevoci» venne cancellato. Negli archivi Rai solo frammenti, nella memoria di chi lo ha amato, l’Italia intera, il suo ricordo non smetterà di essere coltivato…