Viale Fratti
Ex scalo merci tra spaccio e topi. I residenti: «Bisogna intervenire»
Non c'è pace per l'ex scalo merci, che rimane «una ferita aperta» per la città. Topi che si intrufolano nei giardini delle abitazioni limitrofe, «accampamenti» abusivi, spaccio, prostituzione: succede di ogni tra le mura di quello scheletro di cemento di viale Fratti. Tutto «documentato» da chi vive in zona: sono state tante, infatti, le segnalazioni arrivate in redazione negli ultimi giorni, tra fotografie e video, che immortalano la situazione. «Non si può andare avanti così - è l'allarme condiviso -. Servono interventi urgenti per risolvere la situazione una volta per tutte».
Blitz dei carabinieri
Verso i primi di marzo di quest'anno, erano intervenuti i carabinieri. Era stato l'ennesimo blitz nella zona: erano tornati tra le baracche fatte di stracci e gli ex depositi, tra i binari e il centro dove si vaccinano i bambini, ed avevano identificato sei persone. A distanza di pochi mesi, poco è cambiato. La «città nella città» piano piano ha iniziato a riformarsi, le foto dei lettori parlano chiaro: sedie di plastica, persone sdraiate, «case» di fortuna realizzate con qualsiasi materiale trovato. Viavai sospetti, scambi sospetti. Tutto alla luce del sole.
E oltre alla fragilità umana che imperversa, da qualche tempo diversi residenti denunciano l'aumento di «topi e ponghe», che spesso si infilano anche nei giardini della abitazioni limitrofe.
«Ferita aperta»
L'area è finita più volte sotto i riflettori della cronaca e al momento non si è ancora concretizzato un vero e proprio rilancio della struttura, più volte annunciato nel corso degli anni dalle varie amministrazioni comunali. «L'ex scalo merci verrà messo in sicurezza», aveva poi puntualizzato il sindaco Michele Guerra durante il consiglio comunale del 28 luglio scorso. Aggiungendo: «Tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo andremo a lavorare sui due primi lotti della struttura, quelli più vicini alla stazione».
Lo aveva ribadito anche qualche mese prima nell'intervista rilasciata al direttore della Gazzetta di Parma, Claudio Rinaldi. Il primo cittadino aveva spiegato che l'ex scalo merci «è una ferita aperta che è ora di chiudere» e che «ci sono 4 milioni sul 2025 per riqualificare la parte pubblica di questa enorme area che, com’è noto, è molto più piccola della parte privata».
Il punto sui lavori
Il sindaco, in quell'occasione, aveva fatto riferimento alle risorse - che si aggirano attorno ai 4,5 milioni - messe a disposizione per la riqualificazione della zona. L’erogazione dei fondi era stata approvata sempre in consiglio comunale, durante il quale era stato specificato che i lavori sarebbero partiti a gennaio 2025. Quindi, ora a che punto siamo? «Si tratta di un progetto molto articolato, che ha e avrà diversi stadi e fasi - afferma Francesco De Vanna, assessore ai Lavori pubblici -. Abbiamo già pronta la bozza del documento che riguarda le alternative progettuali».
E annuncia: «Entro l'anno sarà pronto il piano di fattibilità tecnica». Inoltre, nei mesi scorsi «abbiamo già iniziato a murare un primo tratto della struttura», fa sapere De Vanna, parlando delle prime azioni messe in atto per la «messa in sicurezza» dell'area.
Cosa ne sarà dell'ex scalo merci? È ancora presto per dirlo, ma De Vanna rivela che «tra le varie alternative che stiamo valutando insieme ai progettisti c'è l'idea che questo primo lotto possa essere destinato a funzioni amministrative».
Privati interessati
Gli oltre 4 milioni di risorse «potranno permettere di affrontare la riqualificazione del primo lotto», fa notare De Vanna. E alla restante parte, cosa accadrà? Si sta lavorando anche per trovare diverse alternative per l'area privata (il Comune possiede solo una parte). «Parallelamente alla riqualificazione stiamo procedendo con l'interlocuzione con i privati - dichiara l'assessore ai Lavori pubblici -: alcuni sono interessati all'area non comunale per altri progetti».
Servizi sociali
Quello che riguarda l'area dell'ex scalo merci è un progetto non solo edilizio, di riqualificazione urbana, ma anche di intervento sociale e ascolto delle diverse fragilità. Sempre De Vanna, infatti, fa sapere che «contestualmente stiamo lavorando affinché a fine autunno ci sia un piano preliminare per la messa in sicurezza - dice -e mappare così la situazione più grave del disagio presente, anche con l'aiuto dei servizi sociali». Tutto per «dare una prima risposta - chiosa l'assessore - alla marginalità sociale presente». E iniziare a rimarginare quella «ferita aperta» per la città.