ANNEGATO IN TARO
L'ultimo viaggio del giovane Dauda sarà verso l'Africa, ma ci sono problemi burocratici
«La volontà è quella di farlo tornare a casa, ma la situazione è piuttosto complessa».
Gli operatori della cooperativa Leone Rosso sono chiari: Dauda Barrie, il 24enne richiedente asilo della Sierra Leone annegato in Taro a Citerna mercoledì 13 agosto, deve poter ricevere l'ultimo saluto nel suo Paese Natale. La volontà si scontra però con una serie di problemi burocratici che finora hanno bloccato il trasferimento della sua salma.
Impegno corale
Come fanno sapere dalla cooperativa, anche il Comune e la Prefettura si stanno impegnando per trovare una soluzione. «Ci troviamo davanti a una situazione di stallo - spiegano gli operatori - perché l'aereo che trasporterebbe la salma di Dauda atterrerebbe in Guinea anziché in Sierra Leone, ossia in un Paese diverso da quello natio. Per trasferirla servirebbe quindi un coinvolgimento delle ambasciate».
L'obiettivo «rimane quello di riportare a casa la salma - ribadiscono dalla cooperativa - ma ci vorrà tempo, perché vanno chiariti i meccanismi possibili».
Il ruolo degli amici
Alcuni amici stanno portando avanti la complessa operazione e tengono i contatti con la famiglia. «Si sta interessando un'associazione nascente di amici guineani - precisano dalla cooperativa -. La famiglia di Dauda ha ribadito la richiesta di farlo tornare a casa a tutti i costi e tutti si stanno impegnando in questo senso».
Nessuna raccolta fondi
Prima di raccogliere le risorse necessarie per trasferire la salma, l'impegno è quello di capire come e quando l'ultimo viaggio di Dauda sarà fattibile. «Per non ingenerare confusione - spiegano dalla cooperativa Leone Rosso -, quando partirà la raccolta fondi verrà data opportuna comunicazione. Al momento, prima di raccogliere risorse, bisogna capire bene come far tornare a casa Dauda».
La spesa per il ritorno in patria della salma si aggirerebbe attorno ai 6-7 mila euro.
Chi era
Dopo tre anni e mezzo di viaggio e tre giorni di mare dalla Tunisia fino a Lampedusa, l'11 agosto del 2023 Dauda Barrie aveva visto Parma per la prima volta, la città che lo ha accolto fino alla sua prematura e tragica morte.
Dauda era un giovane di 24 anni molto determinato a costruirsi un futuro. «Un ragazzo bravissimo, integrato che ha sempre seguito le regole» ricorda chi l'ha conosciuto. Dauda abitava in una casa in viale dei Mille con altri sette giovani, ancora sconvolti per l'accaduto.
Nato a Kenema, in Sierra Leone, il 14 febbraio del 2001, a giugno era riuscito a superare l'esame di terza media al Cpia. Dauda oltre all'italiano, parlava l'inglese, il francese e anche l'arabo. Ora la speranza di tutti è quella di fare in modo che possa ricevere l'ultimo abbraccio dei propri familiari.
Luca Molinari