TESTIMONIANZE
Nuovi cani da caccia predati dai lupi, allarme in Valceno
Bardi «Qualcosa bisogna fare con i lupi perché non si può più uscire con i cani. Domenica mattina a Casa Bagaglia abbiamo perso una cagna – si sfoga Giancarlo Isingrini –. Tutto è avvenuto nell’arco di un quarto d’ora. Appena mollata, alle 7.30 è stata azzannata. Nello stesso punto, l’anno scorso, era stato mangiato suo fratello, di Pino Carlotti. Stamattina, sempre a Noveglia, è stato ucciso un altro cane, di un amico».
Sono diverse le persone, cacciatori e non, che recentemente sono stati toccati da un episodio increscioso, e giovedì al mercato a Bardi erano fermi a parlarne. Anche interpellando la Gazzetta. Domenica mattina, tra Noveglia e Predario, una cagna da lepre di otto anni di Sergio e Franco Trombetti, è stata azzannata e uccisa da un lupo. «Era in addestramento in un campo – racconta Franco – quando ha iniziato ad abbaiare. Sergio non è arrivato in tempo per salvarla. La situazione sta diventando pesante. Non si riesce più a uscire con i cani. A Credarola non vanno più a caccia. Ai cani ci teniamo, è un grande dispiacere quando vengono sbranati. Abbiamo paura anche solo a girare con gli animali. Nella nostra azienda agricola a Campasso di Boè abbiamo vitelle al pascolo. Non si capisce perché così tante predazioni».
Franco Gandolfini è membro del consiglio dell’Atcpr 6 come rappresentante di Agricoltori riuniti Parma. Racconta: «Il lupo mi ha ucciso uno dei nostri cani di famiglia a Scaraso. Li avevamo liberati nel boschetto sotto casa nostra. Abbiamo sentito uno strepito e abbiamo trovato quello di un anno ferito a morte al collo. Ci sono troppi lupi in giro». Gandolfini ha avvistato un lupo vicino a Casermore e lo ha ripreso con il cellulare. «Era sulla strada, per niente preoccupato della mia presenza. Dicono che abbiamo invaso il territorio del lupo, ma adesso sono loro che stanno invadendo il nostro. Se queste cose succedessero sui monti lo capirei, ma avvengono presso i centri abitati».
Qualcuno ipotizza che non siano veri lupi, ma ibridi, perché si muovono di giorno e vicino alle case, senza paura. «Il lupo preda di notte – racconta Maurizio Assirati –. Io ero un agente della polizia provinciale, facevamo ricerche sulla presenza del lupo nel territorio. Quarant’anni fa c’era il famoso Ezechiele, il primo lupo travolto da un’auto a Parma. Era stato curato e poi lasciato libero. Un radiocollare ne controllava gli spostamenti. Aveva viaggiato dall’appennino tosco-emiliano alla Francia, poi era morto avvelenato. Allora c’era già un’ibridazione, ora è molto avanzata. Il lupo vero si muove al buio. Ora, invece vengono la mattina o il pomeriggio».
L’ultimo episodio, giovedì mattina. Un cacciatore aveva lasciato liberi i cani vicino al centro sportivo di Noveglia. «Stavo facendo l’addestramento in sicurezza nei campi tra il paese e Roncazzuolo. In pochi minuti una mia cagnolina è stata uccisa e mangiata. Ho gridato, ma il lupo l’aveva già presa». La gente ha visto il lupo passare in mezzo alle case la mattina presto. «Oggi non si può più andare a caccia; siamo anche toccati nel lato affettivo e ci turba la pericolosità degli incontri ravvicinati con questi predatori. C’è chi dice che sono ibridi, io non lo so, però qualcosa di strano c’è quando un lupo mangia un cane. I lupi dovrebbero predare altri animali selvatici e avere paura dell’uomo, questi invece vengono in mezzo al paese. Secondo me, quando il lupo veniva cacciato, si spaventava, ora invece, essendo protetto, non ha più paura di niente. Cosi non si può andare avanti».
Laura Caffagnini