E intanto esplodono le polemiche politiche
Il Moro, ancora nessuna traccia dello sparatore
Ora si lavora sui dettagli. Il giorno dopo la sparatoria davanti ad un bar de Il Moro, tra San Prospero e il Ponte sull'Enza, tutto l'impegno della polizia di Stato è concentrato sull'analisi delle telecamere puntate sulla via Emilia. Lo scopo, ovvio, è trovare un indizio utile per identificare l'auto su cui è fuggito lo sparatore, un uomo di origine albanese, che dalle 7 e 30 di domenica è irreperibile, in fuga con la vettura da cui ha sparato a due pregiudicati marocchini. E la sua è una fuga con una arma in pugno.
Non è finora stata recuperata, infatti, la pistola, quasi certamente un scacciacani o a salve modificata, con cui l'aggressore ha esploso diversi colpi addosso ai due nordafricani. E per uno di loro i colpi hanno rischiato di avere un esito fatale. Un 34enne infatti è stato colpito all'addome e subito portato in ospedale dove è ancora ricoverato: non è in pericolo di vita ma resta in osservazione.
Se quindi dal punto di vista medico la situazione sembra migliorare ora dopo ora l'impegno degli investigatori è invece frenetico: con il passare del tempo cresce la possibilità per l'albanese di allontanarsi e nascondersi e questo spiega l'impegno con cui si stanno cercando indicazioni sulla via di fuga. E sulla direzione presa per scomparire. Gli uomini della Mobile poi stanno cercando di ricostruire anche il movente della aggressione: i due nordafricani e l'albanese prima della sparatoria erano stati visti in un altro bar sulla via Emilia e i gestori hanno raccontato di non aver notato particolari tensioni o segnali di una lite in corso. E quindi sembra incomprensibile come da una apparente sensazione di traqnquillità si sia passati ad una esplosione di violenza così incontrollabile. Naturalmente per questo saranno fondamentali i racconti delle vittime che, però, in un primo momento, hanno preferito glissare, parlare di un bisticcio futile diventato rabbioso. Ma l'esperienza degli inquirenti li porta a dare poco credito a questa versione.
Le reazioni politiche
Dopo l'episodio di violenza, come accade quasi sempre, sono eplose anche polemiche politiche. Il capogruppo Partito Democratico in Consiglio comunale, Sandro Campanini ha definito «grave e preoccupante ed è molto importante l’attività investigativa in corso. Il nostro Comune è in prima linea per l’affermazione e la promozione della legalità ad ogni livello ed è fondamentale capire se si tratta di fatti sporadici o se siamo di fronte a scontri fra gruppi delinquenziali. Nei laboratori di quartiere, nei gruppi di controllo di vicinato e in occasione dell’incontro “La Giunta nei quartieri”, che si svolgerà entro l’anno nel quartiere Lubiana- San Lazzaro-San Prospero, sarà possibile approfondire con i cittadini della zona le problematiche che stanno vivendo».
Milena Rondinone, coordinatrice cittadina di Forza Italia, ha espresso solidarietà ai residenti sottolineando che «servono interventi immediati su sicurezza e viabilità. Siamo davanti a una situazione ormai insostenibile, che mette quotidianamente a rischio la vita di tutti i cittadini che abitano in questa zona. Serve un piano straordinario e non bastano i controlli occasionali, occorrono presìdi più costanti delle forze dell’ordine».
il Team Vannacci Maria Luigia Parma evidenzia che «quanto accaduto è inaccettabile e dimostra, purtroppo, come questa parte del territorio sia stata trascurata per troppo tempo dalle istituzioni. Chiediamo un intervento deciso da parte dell’Amministrazione comunale e delle forze dell’ordine: è necessario rafforzare la presenza sul territorio, garantire maggiori controlli e dare ascolto ai residenti che da anni segnalano situazioni di degrado e insicurezza».
Infine il consigliere di Fratelli d'Italia, Giuseppe Tramuta ricorda come «episodi come questo siano inaccettabili e richiedono una risposta immediata. Chiedo alla Questura e all'Ufficio Immigrazione di revisionare tutti i permessi di soggiorno degli stranieri pregiudicati e di espellerli immediatamente se necessario, come previsto dal Decreto Sicurezza».
lu.pe.