Fidenza

Area ex Monteplast, la giunta rassicura: «Nessun pericolo»

Era il 27 maggio 2023 quando un pauroso incendio distrusse completamente l’azienda Monteplast, nel quartiere artigianale La Bionda. E, a distanza di oltre due anni, la montagna di macerie bruciate è ancora lì.

Sulla questione c'è stato un botta e risposta tra Daniele Aiello, consigliere di Fratelli d'Italia, e la giunta comunale. Aiello ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere «chiarezza e trasparenza» sullo stato dell’area. «Il sito rimane in condizioni di abbandono e senza adeguata messa in sicurezza, nonostante la gravità ambientale e sanitaria dell'evento», scrive il consigliere. «È alquanto anomalo - continua - che dopo oltre due anni non vi siano aggiornamenti pubblici su bonifiche, ulteriori indagini ambientali, recinzioni e/o misure di interdizione. I cittadini hanno il diritto di sapere se l’area ex Monteplast rappresenti ancora un rischio per la salute e per l’ambiente». Pertanto, conclude, «richiedo all’amministrazione se in questi due anni siano state avviate procedure di messa in sicurezza o bonifica da parte della ditta o di altri soggetti. Se in questi due anni siano state effettuate indagini sul suolo, acque e polveri depositate e con quali esiti. Se il Comune intenta informare in modo trasparente e costante i cittadini».

All'interrogazione di Aiello hanno replicato il sindaco Davide Malvisi e l’assessore all’Ambiente, Franco Amigoni. Dopo aver ribadito che parlando di «“grave criticità in materia di tutela della salute pubblica e dell’ambiente”, si rischia di allarmare la città senza motivo», Malvisi e Amigoni invitano Aiello a rivolgersi alle «sedi opportune» e rigettano eventuali dubbi «sulle conseguenze ambientali e igienico-sanitarie dell’area, come se il Comune, gli organi tecnici di Arpae e Ausl e ancor prima la magistratura — che ha mantenuto l’area sotto sequestro dal maggio 2023 fino al novembre 2024 — fossero se non irresponsabili, almeno superficiali. Le cose stanno ben diversamente».

Subito dopo l’incendio, l’amministrazione aveva assunto una specifica ordinanza sindacale per completare la demolizione, rimuovere i materiali e i rifiuti e svolgere le verifiche ambientali preliminari, che hanno escluso danni al sottosuolo. «Ricordiamo inoltre - continuano Malvisi e Amigoni - che già durante la fase dell’incendio, insieme ad Arpae e Ausl, erano state condotte analisi puntuali sulla qualità dell’aria, non rilevando superamenti dei parametri tali da imporre restrizioni straordinarie. Le verifiche verranno naturalmente ripetute a fine lavori». «Con il dissequestro dell’area ci siamo fatti parte attiva sia con i tecnici incaricati dall’affittuario, titolare dell’attività al momento dell’incendio, sia con quelli incaricati dalla proprietà, per definire un piano degli interventi articolato in più fasi. Grazie a questo lavoro, la proprietà, il 17 luglio 2025 ha depositato il titolo edilizio per il completamento della demolizione e la gestione dei materiali e dei rifiuti, corredato dai pareri e dalle prescrizioni di Arpae e Ausl. È stata inoltre concessa l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico per il cantiere».

r.c.