Comune
Lunedì in Consiglio comunale si vota per la revoca del garante dei detenuti
Sono sette i consiglieri comunali che chiedono la revoca del garante dei detenuti Veronica Valenti. Il motivo? «Secondo il nostro punto di vista - ha spiegato il consigliere di Fratelli d'Italia Priamo Bocchi - ha interpretato il suo ruolo istituzionale in maniera inappropriata, sconfinando in ambiti che non le competono. Prima di tutto quello politico».
Ma cosa è successo? In seduta segreta giovedì è stata convocata la sesta commissione consiliare Welfare, politiche abitative e lavoro nella sala Cultura del municipio sulla proposta di revoca del garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Parma. Lo scorso maggio i consiglieri Bocchi, Giuseppe Tramuta di Fratelli d'Italia, Laura Cavandoli della Lega, Marco Osio, Fabrizio Pallini, Arturo Dalla Tana e Virginia Chiastra della lista Vignali hanno infatti chiesto al presidente del consiglio comunale di avviare la procedura di revoca del garante comunale per i diritti dei detenuti Veronica Valenti. I consiglieri ritengono infatti che la lettera inviata il 12 marzo scorso dal direttore dell'istituto penitenziario di Parma al sindaco di Parma e per conoscenza al Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria, al Tribunale di sorveglianza, all'Ufficio di sorveglianza e alla procura della Repubblica, acquisita tramite regolare accesso agli atti, «riferisca di comportamenti assai gravi e tali da rientrare nell'articolo 6 comma 2 del regolamento comunale: "La revoca del garante è disposta per gravi motivi connessi all'esercizio delle sue funzioni". Su questa richiesta dei consiglieri, il garante Veronica Valenti in commissione ha poi presentato in forma scritta le sue controdeduzioni. E lunedì in consiglio comunale si voterà sulla revoca del garante dei detenuti.
«Non posso commentare quanto detto in una commissione secretata - ha risposto alla Gazzetta di Parma Veronica Valenti -, anche per rispetto del Consiglio comunale che si dovrà esprimere lunedì».
La polemica è iniziata quando nell'aprile scorso l'eurodeputata Ilaria Salis, in una visita a Parma, per la presentazione del suo ultimo libro, ha incontrato le persone che a vario titolo lavorano nel Polo universitario penitenziario e ha scattato una fotografia, pubblicata sul suo profilo facebook, con Antonio Dragone, condannato per reati di 'ndrangheta e il consigliere comunale di Sinistra coraggiosa Marco Boschini. Priamo Bocchi aveva commentato con un secondo post sul proprio profilo facebook: «Cosa ci fanno Marco Boschini, consigliere comunale di Sinistra coraggiosa, e l'europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis con Antonio Dragone, condannato per reati di 'Ndrangheta ed esponente della omonima 'ndrina?». Un post che è stato ripreso dalla stampa nazionale e per il quale la garante dei detenuti ha scritto una lettera ai consiglieri comunali per spiegare i motivi di quell'incontro, con un intervento che per Priamo Bocchi ha rappresentato «un'ingerenza nel dibattito politico. Per cui, un comportamento - come ribadisce Bocchi -, che non le compete».